Lun 23 Dic 2024
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Divieto di accesso alla cultura. L’amara chiusura forzata del Teatro Nuovo di Pisa

Di fronte alle misure disposte dall’ultimo Dpcm il Teatro Nuovo di Pisa propone una riflessione sul contributo che il Teatro può dare, ha dato e darà alla società.

Teatro Nuovo Pisa
Foto archivio

Di seguito il testo che abbiamo ricevuto e pubblichiamo.

Potremmo semplicemente fare i conti, fornire numeri e dati sul settore culturale, soffermarci su tutte le ricadute economiche che esso ha su altri settori, stimare il numero di lavoratori coinvolti e i loro stipendi, fornire un numero di biglietti venduti, di spettacoli offerti, di corsi di formazione proposti, di compagnie ospitate, di festival organizzati.
Ma siamo convinti che la vera ricchezza di un territorio e di una città, percorra anche altre vie e proprio su queste vorremmo condividere il nostro pensiero.
Il teatro è uno spazio in cui poter raccontare. Il racconto e la narrazione sono il canale attraverso cui si manifestano la nostra cultura, le nostre idee, le nostre epoche.
Il mondo del teatro è qualcosa che interessa l’intera comunità, dai bambini agli studenti, dai lavoratori ai pensionati. Il mondo del teatro è qualcosa di vivo e coinvolgente, i cui contenuti spaziano in ogni direzione e in ogni dimensione di significato. Il senso del teatro è quello di una società intera che si esprime, che valuta, che decide, che pensa.
Spettacoli, concerti, seminari, corsi di formazione, spazi aperti alla comunità, luoghi di incontro e scambio: tutto questo è teatro. In sintesi: libertà di espressione e di pensiero. Libertà fondamentali, che, in una sana società democratica, stanno alla base del nostro vivere comune.

Teatro Nuovo Pisa
Foto archivio

Riteniamo che l’offerta che il teatro è in grado di proporre sia qualcosa di  insostituibile, fragile ed estremamente prezioso. Per tutti, nessuno escluso.
Siamo convinti del valore profondo di ciò che facciamo; ed è necessario difendere, proteggere e promuovere tutto questo per evitare in qualunque modo un impoverimento culturale e sociale. Per permettere, attraverso il nostro lavoro, di espletare un’esigenza da sempre sentita da qualsiasi gruppo sociale, in qualsiasi epoca, in qualsiasi luogo: quella di raccontare, di trasmettere valori, idee, pensieri, emozioni.
Perché ciò che avviene in un teatro non sia percepito come un passatempo stravagante, distante dalla realtà; ma piuttosto come un analisi precisa di quest’ultima.
Perché ciò che avviene in un teatro non venga relegato nell’asfissiante reparto dell’intrattenimento spensierato; ma venga considerato una manifestazione di cultura, a tutti gli effetti.
Perché ciò che avviene in un teatro non riguardi solamente il lavoro di attori, danzatori, registi, tecnici, sarti, fotografi, maschere; ma sia qualcosa che interessa tutti i cittadini.
Ci pare giusto ed essenziale, dunque, interrogarci sulla portata e sull’importanza delle misure del nuovo decreto, in vigore per quasi un mese intero. Ci chiediamo onestamente quante e quali delle riflessioni di cui sopra siano condivise dalla nostra classe dirigente e dalla politica.
Il nostro teatro deve chiudere. Nonostante tutti i nostri sforzi per rispettare le nuove regole, nonostante la tracciabilità totale degli spettatori, garantita dal fatto che per emettere biglietti è necessario fornire nome, cognome e numero di telefono; nonostante il numero più che dimezzato di posti a sedere per garantire la distanza tra persone, i controlli della temperatura all’ingresso, i gel igienizzanti messi a disposizione, l’aumento delle porte di uscita da una a tre, la sanificazione dell’intera sala e poltroncine, le pulizie frequenti di tutti gli ambienti.
Ci interroghiamo sul nostro futuro e, nel farlo, non possiamo esimerci dal criticare i nuovi provvedimenti. Questa nostra critica non deve essere scambiata per una negazione della situazione emergenziale in cui ci troviamo, né tantomeno per una presa di posizione politica. Questa critica emerge da quanto abbiamo visto nel nostro teatro e quanto ci abbiamo lavorato per adeguarlo alla situazione, che, ribadiamo, non abbiamo mai sottovalutato. Visto tutto ciò che abbiamo fatto, cioè tutto il possibile, questa nuova chiusura forzata ci pare quantomeno poco comprensibile. Con queste amare considerazioni, ci accingiamo ad annullare eventi, spettacoli e concerti nel nostro teatro, augurandoci che questo ulteriore mese di stop forzato non sfoci in una chiusura definitiva, promettendovi che ce la metteremo tutta perché ciò non avvenga.