Il presidente della Regione Toscana ed esponente di Leu, Enrico Rossi, a margine della presentazione del piano integrato per l’occupazione che prende il via il 6 marzo, ha rilasciato dichiarazioni riguardo alle possibili situazioni post-voto.
Rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano se temesse uno “smottamento” della sinistra e di Liberi e uguali nelle aree della Toscana maggiormente colpite dalla crisi, Rossi ha dichiarato: “Io mi auguro che complessivamente in Toscana la sinistra ottenga un buon risultato, vedremo poi quali saranno i risultati. Ho fatto campagna elettorale soprattutto fuori dalla Toscana perché non volevo che si sovrapponessero troppo il mio ruolo di presidente con quello di esponente di Liberi e uguali. Poi in altre situazioni, in altri momenti, ci sarà tempo e modo di discutere e di valutare”
A proposito della prospettiva di un partito unico della sinistra dopo l’esperienza di Liberi e uguali, il presidente della Toscana ha detto: “Io sono perché si costruisca un partito del lavoro organizzato sui territori in sezioni, con delle chiare regole per quanto riguarda le garanzie di partecipazione dei militanti, non solo per quando c’è da andare a individuare il capo, ma anche per decidere sui punti più importanti, sulle scelte più importanti della politica. Un partito che a mio parere si deve chiamare Partito del lavoro, perché si riferisce al lavoro in senso allargato, quindi non soltanto al lavoro dipendente, agli operai, ma anche alle partite Iva, a chi il lavoro non ce l’ha, a chi ha il lavoro precario, a chi lavora nelle piccole imprese, agli imprenditori che investono, agli artigiani: in senso largo un partito del lavoro, perché io penso che ci sia da riequilibrare in questa fase il rapporto tra lavoro e capitale”.
Rossi ha parlato anche del futuro di Aferpi: “Noi continuiamo a lavorare: anch’io penso che sia stata gettata un po’ di luce, vediamo. Per me la questione di Piombino che torna a produrre acciaio è questione dirimente per il mio impegno di presidenza della Regione Toscana. E’ stato fatto un tentativo con l’imprenditore Rebrab, questo tentativo per una serie di ragioni non è riuscito”. Nel frattempo, ha osservato Rossi, “comunque 2.100 persone sono state riassunte, Piombino soffre, noi abbiamo fatto un porto e si tratta di valorizzarlo di farlo funzionare. Insomma è una prova pesante, difficile, ma io lavorerò comunque con grande determinazione come ho sempre fatto, e confido che alla fine otterremo dei risultati significativi e importanti per Piombino, per i lavoratori, per tutta la regione. Come vedete insomma non demordiamo”.