Una coppia di imprenditori di una ditta calzaturificia di Empoli è stata arrestata per bancarotta fraudolenta, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e caporalato. Costringevano a lavorare operai africani, tra cui divesi dal Gambia, fino a 10 ore al giorno sei giorni la settimana per una paga oraria di circa 1,28 euro.
Secondo le indagini della Guradia di Finanza, gli operai erano assunti completamente al nero o con contratti formalmente part-time ma poi lavoravano 10 ore al giorno, festivi compresi. “Nel contratto di lavoro c’è scritto che lavoro due ore al giorno, dalle 9 alle 11 – in realtĂ lavoro dalle 9 alle 19 dal lunedì al sabato”, la testimonianza di uno dei lavoratori. “All’inizio percepivo 650 euro mensili, ore 800 – racconta un altro – lavoro tutti i giorni domenica compresa dalle 8 alle 20, con una pausa di 15 minuti per poter mangiare”.
I migranti africani sono preferiti come operai poiché considerati più facilmente sfruttabili in quanto privi di alternative lavorative, di quelle necessarie per denunciare un eventuale sfruttamento sul luogo di lavoro, essendo meno consapevoli dei propri diritti sindacali rispetto a lavoratori provenienti da altri continenti. Questa è la realtà emersa dalle indagini della Guardia di finanza.
Il gip di Firenze, su richiesta del pm Christine Von Borries, aveva disposto l’arresto in carcere anche per il figlio della coppia, che tuttavia al momento è irreperibile, si troverebbe in Cina.