Un altro sopralluogo, una nuova certezza. Proseguono speditamente le indagini sulla tragedia di Calenzano, dove il 9 dicembre scorso, al deposito di carburanti dell’Eni, sono morte cinque persone e altre 28 sono state ferite. Nell’ispezione tecnica di questa mattina è stato individuato il punto da cui sono fuoriusciti i vapori di carburante, che accumulandosi hanno portato alla gigantesca esplosione.
CALENZANO I magistrati pratesi hanno individuato il punto esatto da cui sono fuoriusciti i vapori di carburante che hanno creato le condizioni per l’esplosione in cui il 9 dicembre scorso, al deposito Eni di Calenzano, sono morte cinque persone. Il passo avanti negli accertamenti dell’indagine è stato compiuto stamane, nel corso dell’ultimo sopralluogo, al quale hanno partecipato – oltre ai magistrati della procura di Prato, competenti territorialmente sul Comune di Calenzano – alcuni dei consulenti tecnici nominati per rispondere ai quesiti investigativi.
Proprio in questi giorni, i 6 consulenti stanno raccogliendo elementi per rispondere a una serie di domande sulle dinamiche e le competenze che porteranno ad individuare eventualmente gli indagati. I tecnici hanno tempo sino alla fine di febbraio per elaborare una relazione. I reati ipotizzati nel fascicolo aperto dal procuratore Luca Tescaroli – al momento senza indagati – sono omicidio colposo plurimo, crollo doloso di costruzioni e rimozione od omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro. Nel precedente sopralluogo gli inquirenti avevano certificato la mancanza di alcune delle condizioni di sicurezza necessarie allo svolgimento dei lavori nell’impianto di Calenzano.
Circostanze che incrociate con i video di sorveglianza interna del deposito di Calenzano hanno permesso di rilevare che “una tubazione riposta sulla struttura” delle pensiline “risulta essere priva dei bulloni di sicurezza”. A corredo di quanto è stato rivelato, la procura ha disposto la pubblicazione di due video provenienti dalle telecamere interne che mostrano le pensiline di carico nel corridoio tra la baia 7 e la baia 6, dove è avvenuta l’esplosione.