Sono tre corsie di carico, la 5, la 6, la 7, una vicina all’altra, quelle su cui si sta concentrando, secondo quanto appreso, l’interesse della procura di Prato. Il deposito Eni sarà fermo 2 mesi per consulenza pm
Individuare condotte attive o passive nel deposito Eni di Calenzano: secondo quanto emerge questo è quello a cui è rivolta in questa l’attività della procura di Prato, che sta cercando elementi che abbiano eventualmente contribuito a cagionare il danno. In particolare, emerge che gli inquirenti stanno cercando di comprendere sia i rischi generici sia i rischi specifici, ovvero quelli derivati dalla gestione e quelli dovuti all’attività nel cantiere, operazioni diverse, o svolte da chi gestiva l’area o svolte da operatori sul posto.
In particolare sono tre le corsie di carico, la 5, la 6, la 7 – dette baie, nel gergo merci – una vicina all’altra, quelle su cui si sta concentrando, secondo quanto appreso, l’interesse della Procura. Secondo un’ultima ricostruzione, la baia 6 è quella dov’è avvenuta l’esplosione; la corsia 7 è quella dove c’era un’autocisterna; alla baia 5 era prevista una manutenzione all’aspirazione dei vapori. Invece risulta che tra la corsia 6 e la 7 al momento dello scoppio era in corso una manutenzione a una condotta di carico dei carburanti.
Inoltre, riguardo alla baia 5 è da stabilire, anche con l’ausilio dei consulenti, se la manutenzione era già iniziata quando c’è stata l’esplosione, o se l’intervento agli aspiratori di gas e vapori doveva ancora cominciare, come invece ha sostenuto l’Eni. Comunque sia, questa manutenzione straordinaria sul sistema di recupero dei vapori era prevista la mattina del 9 dicembre insieme all’altra alla condotta di carico dei carburanti, tra la corsia 6 e la 7.
La procura di Prato ha infine assegnato 60 giorni di tempo ai consulenti incaricati di consegnare una relazione sul deposito Eni di conseguenza l’impianto resta sotto sequestro e rimangono interrotte tutte le attività di approvvigionamento, stoccaggio e distribuzione di carburanti e altri prodotti petroliferi gestiti. E’ quanto si apprende dopo il primo sopralluogo tecnico tenuto stamani dagli inquirenti con gli esperti La stessa procura di Prato ha organizzato il lavoro dei consulenti suddividendolo in due collegi distinti. Uno è formato dagli specialisti di esplosivi (due professionisti), l’altro collegio è fatto da tecnici esperti di impianti industriale e di sicurezza sul lavoro (quattro periti).