E’ quanto risulta dai primi accertamenti della procura di Prato a poco più di 48 ore dall’esplosione nell’area pensiline di carico. La procura indaga sulle modalità della manutenzione riguardo all’innesco dell’esplosione.
Al deposito Eni di Calenzano (Firenze) al momento dell’esplosione era in corso una manutenzione straordinaria, resasi necessaria su apparati che ne avrebbero necessitato da anni. Secondo quanto si apprende sono proprio le presunte inadempienze nella fase della manutenzione straordinaria alle pensiline numero 5 e numero 6 uno dei fronti di lavoro della procura di Prato. Agli inquirenti risulterebbe che, sul luogo dove veniva eseguita la manutenzione straordinaria, ci fosse un guasto che causava un malfunzionamento da alcuni anni.
Dai primi rilievi tecnici disposti dalla procura di Prato nel deposito Eni di Calenzano, non è stato trovato inoltre esplosivo, quindi, viene escluso che l’esplosione sia da attribuire a un possibile sabotaggio. La procura di Prato conferma dunque di aver aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo, crollo doloso di costruzioni o altri disastri e rimozione dolosa delle cautele contro gli infortuni sul lavoro.
L’intero deposito Eni di Calenzano (Firenze) dove c’è stata l’esplosione del 9 dicembre 2024 è stato intanto posto sotto sequestro dalla procura di Prato per svolgere le indagini tecniche necessarie per stabilire le cause dello scoppio alle pensiline di carico. Eni, si apprende da fonte inquirente, ha chiesto di intervenire per smaltire correttamente acque potenzialmente inquinanti, ma tutta l’attività di approvvigionamento, stoccaggio e distribuzione carburanti “deve restare ferma” fino a che sarà necessario.
Sempre sul fronte delle indagini, viene confermato che un operatore ha segnalato alle ore 10, 21 minuti e 30 secondi un’anomalia nell’area pensiline di carico, “tant’è che si è allontanato e si è messo in salvo la vita” dall’imminente stato di pericolo. E’ quanto risulta alla procura di Prato circa gli immediati istanti prima dell’esplosione. Lo ha confermato il procuratore Luca Tescaroli riguardo a una testimonianza raccolta nelle primissime fasi dell’inchiesta sull’esplosione al deposito Eni di Calenzano (Firenze). (
Secondo quanto si apprende infine la procura di Prato ha dato incarico per effettuare più perizie. Oltre a quella, già resa nota, a due tecnici esplosivisti, le altre sono state affidate a tre medici legali per le autopsie e gli altri accertamenti sulle salme in modo da stabilire la causa della morte. Un’altra a due genetisti forensi per i confronti di Dna e il rilievo delle impronte digitali, laddove necessario, sui resti. Tra loro c’è un esperto antropologo.