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Etruria, Boschi: “Mai fatte pressioni, si usa mio nome per non parlare del sistema bancario”

“Non ho intenzione di dimettermi sulla base di bugie dette da altri” dice il sottosegretario. Il ministro Calenda: “Commissione inchiesta su Boschi è idea assurda, non si deve dimettere”

“Mai fatta alcuna pressione, di nessun tipo. Parlare del sistema bancario, compresa Banca Etruria, come successo con Vegas, Ghizzoni o altri esponenti delle istituzioni o del settore bancario non vuole dire certo fare pressioni. Si usano il mio nome e la vicenda di Banca Etruria per non parlare dei veri scandali del sistema bancario italiano, delle lacune della vigilanza, delle responsabilità dei manager”. Così, intervistata da Repubblica, il sottosegretario Maria Elena Boschi si difende dalla bufera scoppiata dopo l”audizione del presidente Consob Giuseppe Vegas in Commissione parlamentare di inchiesta sulle banche.

“Sono sicura che di tutto il lavoro che oggi svolgerà la commissione di inchiesta si parlerà solo di un unico incontro di 10 minuti a casa mia che ebbi con Consoli e Fornasari, ospiti di mio padre. Quei 10 minuti, peraltro di cui a lungo si è già discusso sui giornali, saranno sicuramente più interessanti che capire cosa è successo in Veneto Banca negli ultimi 10 anni”.

L’sms di invito a casa di Vegas “mi sembrò inusuale”, spiega Boschi, “visto che non avevamo un rapporto di confidenza, e gli dissi che avrei preferito vederci al ministero o alla Consob. Mi pareva più corretto per il ruolo di entrambi vederci in un luogo istituzionale. Mi stupisce che oggi in commissione Vegas si sia ricordato di tante cose e non di questo sms tra i vari che mi ha inviato”.

“Parlando di banche, ho rappresentato a Vegas la possibilità che mio padre diventasse vicepresidente di Banca Etruria. Tutto qui. Sarebbe stato strano il contrario, visto il ruolo di Consob. Era una questione di trasparenza”. “Mai fatta alcuna pressione, di nessun tipo”, ripete. “Ho espresso preoccupazioni come le ho espresse per i risparmiatori di altre banche, ma non sono stata io a seguire le vicenda Etruria”.

“Non ho intenzione di dimettermi sulla base di bugie dette da altri”, aggiunge. “Sono due anni che ripetono che ho mentito in Parlamento, ma non è vero. Si cerca, attaccando me, di mettere in discussione un intero progetto politico. Il Pd è più forte delle loro bugie”. Quanto alla sua ricandidatura, “la scelta spetta al Pd”, dice. Le piacerebbe presentarsi in Toscana, “ma deciderà il partito”.

“L’idea che la commissione di inchiesta sulle banche diventi la commissione di inchiesta sulla Boschi mi sembra una roba assurda. Quello che è un dato di fatto è che ieri Vegas è riuscito a distrarre l’attenzione da quelle che sono le sue responsabilità e sono responsabilità vere”. Lo ha detto il ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda a ‘L’aria che tira’ su La7. “No”, il ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda non ritiene giusto che la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi si dimetta. “No perché non ha fatto pressioni e perché ieri quello che è successo è che ci si è distratti dal tema vero, e cioè che Vegas ha tirato una palla in calcio d’angolo che non finisce mai”. “Pensare che (la crisi delle banche, ndr.) abbia danneggiato i risparmiatori per la Boschi è un’assurdità”, ha detto ancora Calenda, precisando: “Lo dice uno che non è che abbia un rapporto idilliaco con la Boschi, che quando deve dire qualcosa a Renzi gliel’ha sempre detto in faccia, e così con la Boschi. Ma in questo caso siamo di fronte ad una cosa che è assurda”.

“Vegas è quello che ha legato gli scenari di probabilità dalle obbligazioni subordinate dove si sono persi un sacco di soldi degli italiani. Io, interrogato su questo appena nominato ministro, dissi che era un gravissimo errore”, ha detto Calenda. “Il problema che c’è nella commissione banche è molto più ampio anche del solo Vegas, ma ci sono delle responsabilità di Vegas e su quelle si doveva discutere – ha proseguito – perché se questa commissione, che sarà un gran macello sotto campagna elettorale, può avere un senso, è quello di stabilire come è nata la crisi delle banche e come ha danneggiato i risparmiatori. Ora pensare che sia nata e abbia danneggiato i risparmiatori per la Boschi è un’assurdità”.

“Sono d’accordo con chi ha affermato che Maria Elena Boschi è vittima di un ‘mix vomitevole di sessismo, misoginia e sciacallaggio’. Nauseante è la macchina del fango messa in moto da un esercito di calunniatori senza scrupoli. L’immoralità di queste persone mi indigna più della loro bugiarderia. Perseguono obiettivi meschini disprezzando la verità. E non sembrano provare alcuna vergogna. Mi vergogno io per loro”. Lo afferma in una nota il parlamentare e segretario del Pd toscano Dario Parrini, all’indomani delle accuse all’ex ministro Boschi da parte dei parlamentari M5S e lo scontro in tv con Marco Travaglio.

“Mi sono andato a rileggere l’intervento di Maria Elena Boschi e un errore c’è. Lei dice: ‘Nessun favoritismo, tutto fatto bene’. In realtà doveva dire: ‘Io mi sono preoccupata di capire quale sarebbe stata la sorte del maggior istituto finanziario della mia provincia nella quale sono stata eletta’”. Lo ha detto il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi (LeU), a margine di una iniziativa sui fondi europei, parlando con i giornalisti che gli chiedevano un commento in merito alle ultime polemiche sul sottosegretario Boschi sul caso banca Etruria. “Non c’è niente di male. In Parlamento però negare o non raccontare tutto quanto è avvenuto penso che non sia una buona cosa”, ha aggiunto.

“Non so se Maria Elena Boschi debba dimettersi: di sicuro hanno fatto una gran confusione, un gran polverone che non ha aiutato il sistema bancario, non ha dato fiducia al nostro sistema del credito e del risparmio, cosa assai grave. C’è stato un velo di opacità che ha coperto tutta questa vicenda. Talvolta un passo indietro aiuta sé stessi e il sistema, ma sono decisioni individuali”. Lo ha detto il governatore della Liguria Giovanni Toti commentando la vicenda. “Com’è noto – ha aggiunto Toti – Fi non ha mai votato mozioni individuali di sfiducia in Parlamento e non lo ritiene uno strumento utile alla politica. Un serio esame di coscienza sui danni prodotti da una gestione di numerose crisi bancarie sul territorio che hanno indebolito il nostro sistema di fiducia nel complesso, credo che sarebbe opportuno farlo”.

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