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🎧 Ex GKN: “in corteo anche per chiedere chiarezza su piano industriale”

GKN

Il corteo del 26 a Firenze (h 14.30, Piazza Vittorio Veneto, Firenze) sarà un punto di arrivo del percorso fatto finora ma anche un punto di partenza per il futuro. Matteo Moretti, RSU ex GKN: “chiediamo innanzitutto chiarezza sul piano industriale. chi è il soggetto che investirà gli 82 milioni previsti?”

“L’incontro di ieri al MISE non ha risposto alle domande che abbiamo posto. Per  questo in  sede ministeriale come Rsu, Fiom e Collettivo di fabbrica abbiamo chiesto la convocazione urgente del comitato di proposta e di verifica e lo chiediamo già da questo lunedì. Ci sono domande a cui rispondere. Entro fine marzo.E di ammortizzatore ordinario, così come delle legittime richieste inattese dei dipendenti Qf, si discute in sede aziendale. E anche su questo ad oggi non abbiamo null’altro da aggiungere” questo è quanto dichiara Matteo Moretti a nome del collettivo ex GK, lanciando ai nostri microfoni la manifestazione di domani.

” Gkn è ormai un simbolo di riscatto sociale, un esperimento collettivo. Tutto ciò che è stato ottenuto è stato con la lotta. E con la lotta si otterrà il resto. La reindustrializzazione non sarà uno stratagemma con cui logorarci. Fatevene una ragione. Lì un giorno tornerà a lavorare una comunità operaia, solidale, con i propri diritti. E ogni raggiro verrà sconfitto” si legge intanto sulla pagina FB del Collettivo ex GKN. Che assicura “la piazza di domani sarà radicale, popolare, colorata, reticolare. Non avrà padroni e proprietari. Non avrà “ordine” se non quello imposto dalla nostra fiducia e credibilità reciproca. E chi si pone fuori da questi concetti, non sarà evidentemente in sintonia con la piazza stessa. Sarà benvenuta la gioia e il colore, rifiutata la provocazione”.

Nel comunicato sulla pagina FB, il collettivo ex GKN specifica anche di non essere “arruolabili in guerra. Sì, siamo angosciati dalla situazione dei civili e dei profughi. E proprio per questo dobbiamo fermare lo scontro tra blocchi in atto. La vostra è una economia di guerra e dichiariamo guerra alla vostra economia. Nessun invio delle armi. Fermare tutti i conflitti, accogliere tutti i profughi”. E che “non esiste contrapposizione tra questione ambientale e questione sociale. La radicalità dell’una alimenta quella dell’altra. I soldi al servizio dell’ambiente. Non viceversa”.

Infine “ci dichiariamo fuori dal vostro stato di emergenza -dice il collettivo ec GKN-  secondo il quale imponete ogni volta un clima emergenziale e di guerra, di restrizione delle libertà democratiche e del dibattito sociale. Entriamo invece dentro l’urgenza: di cambiare, di abbattere precarietà, carovita, inquinamento, patriarcato, guerra. Non ci vogliamo più mobilitare solo sull’onda dell’ultima emergenza del licenziamento, della guerra che scoppia, del clima impazzito, dell’appalto che scade, del morto sul lavoro o in alternanza scuola lavoro. Vogliamo seguire una nostra agenda di cambiamento”

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