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Federalberghi Firenze: “Una moratoria delle tasse comunali per pagare le 13esime ai nostri dipendenti”

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Appello del presidente Francesco Bechi al sindaco Nardella: “Serve un segnale alle imprese che oggi rischiano veramente di non riaprire”

Una moratoria su tutti i tributi locali. A cominciare dalla Tari in scadenza il prossimo 2 dicembre. È la richiesta indirizzata dal presidente di Federalberghi Firenze, Francesco Bechi, al sindaco Dario Nardella. “Apprezziamo la decisione del Comune di ridurre le aliquote della tassa sui rifiuti, ma in questo momento per le imprese alberghiere non è sufficiente, perché è impossibile far fronte alle scadenze e non per cattiva volontà ma per carenza assoluta di risorse. Le casse sono vuote e con quel poco che resta si dovrebbe scegliere se pagare i tributi comunali o magari sostenere l’occupazione, aiutando i dipendenti e versando loro le tredicesime”, spiega Bechi, secondo cui siamo di fronte a una situazione davvero difficile per un settore di fondamentale importanza per Firenze. “Serve un segnale alle imprese che oggi rischiano veramente di non riaprire e hanno ricevuto aiuti insignificanti rispetto ai costi che si trovano a dover sostenere. Auspichiamo che il sindaco Nardella risponda alle reiterate richieste che arrivano da una categoria che si è sempre rivelata aperta al confronto e contribuisce ogni anno alle casse comunali in modo notevole con i proventi della tassa di soggiorno. Una categoria che ha dimostrato anche in questa fase grande senso di responsabilità, rispondendo presente alla richiesta di alberghi sanitari che sono stati subito attivati”.

Il presidente di Federalberghi ricorda anche che “il comparto alberghiero si trova ad affrontare una situazione che espone al rischio sopravvivenza le imprese, già provate dagli eventi dei mesi passati, soprattutto le più piccole e meno capitalizzate. Nei primi 9 mesi dell’anno si è bruciato quasi l’80% del fatturato. Purtroppo non ha contribuito neanche l’estate, che ha fatto respirare le località di mare e di montagna, grazie anche al “Bonus vacanze”, mentre le città d’arte non hanno avuto alcun ristoro. Adesso siamo di fronte a un nuovo blocco totale degli arrivi, tanto che si può stimare in un 10% il numero delle strutture alberghiere aperte. Tutto questo senza prospettive concrete, perché è impossibile stabilire quando il circuito turistico tornerà ad alimentarsi, tanto che molte di quelle imprese che oggi sono chiuse non hanno intenzione di riaprire fino alla primavera prossima”.

 

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