Lun 23 Dic 2024
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ToscanaAmbienteFermato presunto piromane del rogo sul Monte Serra

Fermato presunto piromane del rogo sul Monte Serra

Si chiama Giacomo Franceschi, 37 anni di Calci (Pisa), il volontario dell’antincendio boschivo che da alcune ore è nel carcere Don Bosco di Pisa in stato di fermo con il sospetto di essere il piromane che il 25 settembre scorso appiccò le fiamme che per giorni poi devastarono boschi e oliveti del Monte Serra mutando il paesaggio. “Non c’entro nulla” si è difeso 

L’incendio del Monte Serra ha causato la devastazione di circa 1.500 ettari di boschi e oliveti. I carabinieri lo hanno individuato dopo indagini fatte con metodi tradizionali, raccogliendo testimonianze e verificando ogni tipo di segnalazione giunta dal territorio colpito dal rogo.I carabinieri del nucleo investigativo pisano sono arrivati a lui al termine di una minuziosa indagine tradizionale supportata anche da intercettazioni telefoniche e verifiche sul campo di segnalazioni raccolte sul territorio

Per ora gli inquirenti mantengono il massimo riserbo sull’operazione e non è ancora chiaro il movente che avrebbe spinto l’uomo ad appiccare le fiamme, pertanto proseguono gli accertamenti. Secondo le indagini ha partecipato a fasi delle operazioni di spegnimento dell’incendio.

L’incendio partì la sera del 24 settembre, impegnò i soccorsi per giorni e gli ultimi focolai, dopo varie riprese, furono spenti solo nei primi giorni di ottobre. Alcuni paesi furono evacuati e rimasero isolati per giorni. Il paesaggio del Monte Serra e dei comuni circostanti ne è risultato fortemente modificato e ingente è il danno ambientale tuttora in corso di valutazione.

‘Sappiamo che le indagini non sono ancora concluse e quindi aspettiamo di conoscere ulteriori dettagli. Ma se e’ vero che e’ stato lui fa ancora piu’ male che a provocare questa devastazione sia stato uno di noi’. Lo ha detto il sindaco di Calci (Pisa), Massimiliano Ghimenti, commentando il fermo di Giacomo Franceschi. ‘Per il momento non voglio e non posso dire di piu’ – ha aggiunto Ghimenti – perche’ non sono stato informato, com’e’
giusto che sia quando le indagini non sono concluse, dall’autorita’ giudiziaria. Tuttavia avevamo percepito che le investigazioni fossero serrate e alle quali anche noi abbiamo
fornito il nostro contributo mettendo a disposizione tutte le immagini della videosorveglianza urbana e i dati acquisiti con  il sistema di rilevazione delle targhe collocato sulle strade che conducono sul Serra’.

“Io con l’incendio del Monte Serra non c’entro. Quella sera ero là per controllare che tutto fosse a posto, dopo la diramazione dell’allerta meteo per il vento forte”. E’ questa in estrema sintesi la difesa di Franceschi,  riferita all’ANSA dal suo difensore, l’avvocato Sandro Orrù.

l presunto piromane è in stato di fermo da ieri sera nel carcere Don Bosco di Pisa dopo essere stato interrogato ieri pomeriggio per tre ore dal pm, Flavia Alemi. Le accuse contro di lui sono quelle di incendio boschivo e disastro ambientale. Lo si apprende da fonti legali. “Il mio assistito – ha spiegato l’avvocato Sandro Orrù – ha risposto a tutte le domande del pubblico ministero, con estrema calma e fornendo tutte le spiegazioni necessarie”. Secondo il legale i carabinieri sarebbero risaliti a lui “al culmine di un’indagine minuziosa, fondata per lo più sulle sommarie informazioni raccolte tra i volontari dell’Antincendio boschivo, comprese quelle del mio assistito, e tra le persone residenti sul territorio. Tuttavia Franceschi ha sempre ribadito agli investigatori di non avere alcuna responsabilità per l’incendio che ha devastato il Serra”. Il volontario, ha spiegato l’avvocato difensore, ha “ammesso di essere andato lungo le strade del Monte la sera del 24 settembre per controllare possibili rami pericolanti o altre situazioni di pericolo derivanti dal forte vento che imperversava in quelle ore e che purtroppo ha poi alimentato le fiamme”. “Tuttavia Franceschi – ha concluso Orrù – ha spiegato di non avere alcuna responsabilità su quanto accaduto e la procura non ha esplicitato gli indizi che ha in mano visto e coi quali al termine dell’interrogatorio ha deciso di sottoporlo a fermo”.