Sab 21 Dic 2024
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Festa alla Fortezza da Basso per i 50 anni della MEF

Questo il comunicato: “Emozione. E’ in questa parola che si può racchiudere la bellissima festa organizzata da MEF Firenze per celebrare il prestigioso traguardo dei 50 anni di attività, insieme a collaboratori, familiari e amici. E la famiglia Giaffreda le ha volute invitare proprio tutte, le oltre 700 persone provenienti da ogni parte di Italia e non solo, che si sono così ritrovate alla Fortezza Da Basso insieme a Daniele, Luca, Christian, Leonardo e Lorenzo, gli uomini di seconda e terza generazione, oggi alla guida dell’azienda, leader nazionale nella distribuzione di materiale elettrico i quali, per far capire a tutti cos’è oggi MEF sono voluti partire dalle origini.

“Da quel 15 settembre 1968 che segnava la nascita fisiologica dell’impresa ma che, in realtà, per i fratelli Antonio ed Emilio Giaffreda e le rispettive consorti, Vanda e Margherita Picone (sorelle pure loro), rappresentava già un piccolo grande traguardo dal quale far partire un sogno, una speranza, una passione e dei valori, trasferiti poi ai figli e ai nipoti. Famiglia è la parola d’ordine di un’azienda che – continua il comunicato -, nonostante oggi sia divenuta un colosso nel suo settore, fonda ancora tutte le sue scelte strategiche, sui valori etici e morali di un nucleo familiare coeso, dove tuttora la persona conta più del profitto, il rispetto più di un contratto. Sono insomma le persone, lavoratori altamente qualificati, a rappresentare da sempre il vero patrimonio nonché il fattore del successo di MEF. Ad accogliere gli ospiti nella superlativa location della Fortezza da Basso, insieme a un gigantesco alberto di Natale composto da lampadine a led, anche una bellissima installazione, un’arpa sonora e musicale, a cura di Pietro Pirelli e Gianpietro Grossi.”

Nell’occasione della festa, MEF ha scelto quindi di ripercorrere le tappe che l’hanno portata ad essere oggi presente in ben 5 Regioni italiane, Toscana, Lazio, Liguria, Umbria, Emilia Romagna e Lombardia, nonché partner di Würth Electrical Wholesale Group, attraverso una struggente storytelling, una rielaborazione artistica di suggestioni, luci e suoni, alla quale ha assistito anche l’Assessore allo Sviluppo Economico del Comune di Firenze, Cecilia Del Re, che ha detto:
“L’amministrazione fiorentina e’ stata parte di questa festa, per un’azienda che quest’anno ha raggiunto un traguardo storico, ma che continua a essere innovatrice nel campo dell’illuminotecnica. 50 anni di lavoro e di tanta passione, che hanno contribuito a far crescere anche il nostro territorio” Furono appunto, Antonio ed Emilio Giaffreda insieme alle rispettive mogli Vanda e Margherita Picone, a fondare la MEF, allora acronimo di Montature Elettriche Fluorescenti, trasformato più tardi in Materiale Elettrico Firenze, il 15 settembre 1968.
Due ragazzi provenienti dal Salento, Antonio ed Emilio, hanno diramato le loro radici mantenendo quei valori che solo il contatto con la terra sa dare, innescando un percorso che tutt’oggi segue quel solco tracciato e mai abbandonato dalla famiglia. Un solco “scavato” dagli uomini ma che non sarebbe stato possibile senza il supporto di due donne Vanda e Margherita, rispettivamente mogli di Antonio ed Emilio, che sono la rappresentazione vivente di quel detto che afferma come “dietro ogni grande uomo ci sia sempre una grande donna”.

“In occasione dei 50 anni della MEF – dice Vanda Picone – voglio ringraziare tutti i nostri
collaboratori che, insieme alla nostra volontà, sono l’artefice del successo raggiunto. Quando mi domandano quali sono state le molle che ci hanno permesso di fare tutto questo, frugo nel mio cuore e mi riaffiora subito alla mente la passione per questo lavoro di Antonio ed Emilio, questi due ragazzi del Salento, oggi la mia seconda patria dopo Firenze, la necessità di garantire la sussistenza per le nostre famiglie e la grande umiltà, la consapevolezza che solo mettendo tutto il nostro cuore e il nostro impegno in questo lavoro, ce l’avremmo fatta. E così è stato. Per me la MEF è stata la figlia che non ho avuto, a lei ho dedicato tutta la mia vita. Una vita anche sofferta perché gli inizi non sono stati facili, tante erano le difficoltà. Nonostante ciò abbiamo cercato di vivere giorno per giorno, con l’orizzonte di un futuro migliore per noi e per i nostri collaboratori. Nel 2010, dopo la perdita di Antonio, mio marito, ho deciso gradualmente di ritirarmi affidando le mie mansioni a chi aveva le giuste competenze per far si che tutto proseguisse come era sempre stato. Da allora mi dedico, insieme a mio figlio Christian, all’associazione Onlus Antonio Giaffreda, per la realizzazione di tanti progetti umanitari e di solidarietà (www.antoniogiaffreda.org)”.

Tre sono le parole nelle quali Daniele Giaffreda, direttore commerciale e marketing, racchiude i 50 anni di storia di MEF: crescita, squadra e passione. “Crescita – spiega – perché dal 1968 ad oggi, l’azienda ha sempre ampliato il suo volume d’affari, con un’accelerazione importante negli ultimi quattro anni dopo la partnership con Wurth. La crescita, con nostra grande soddisfazione, ha riguardato anche i nostri collaboratori. Squadra è l’altro punto di forza di Mef, quello da cui tutto ha avuto inizio. Antonio, Emilio, Vanda e Margherita sono stati i primi ad essere squadra. La filosofia
di portare valore attraverso il gruppo ci è stata trasmessa dai nostri genitori, tanto che oggi noi non ci riteniamo semplicemente familiari ma siamo squadra, così come lo sono i nostri reparti e le nostre filiali. Infine la passione, parola chiave della quarta edizione di Mostra Elettrotecnica, che andrà in scena proprio alla Fortezza da Basso dal 27 al 30 marzo 2019; passione è ciò che mi ha trasmesso mio padre Emilio insieme alla cultura e al rispetto del lavoro: è grazie a questo che si raggiungono i risultati che oggi condividiamo con tutti, con la consapevolezza di avere ancora tante
pagine della nostra storia da scrivere”.

E’ stato invece Christian Giaffreda, auditor MEF, a spiegare il segreto del successo dell’azienda. “Sono le persone – sostiene – quelle che hanno lavorato e che lavorano in MEF. Pilastri restano per me le parole di Antonio, mio padre: “La nostra è una rete fatta di persone, dove ognuno conta come ogni filo e ogni nodo. Io dico sempre che le tre lettere che compongono la parola MEF non dicono niente è solo una sigla che serve a identificare un’azienda fatta di uomini e donne. Ciò che dà valore aggiunto al nostro lavoro, alle nostre strategie, è l’uomo, il collaboratore; l’insieme vale sempre più
delle singole parti”. Ecco la MEF l’hanno fatta le persone di ieri, le colonne portanti, e quelle di oggi, che ci stanno aiutando a diventare più forti. Ma c’è anche un altro elemento, una parola ripetuta spesso da Emilio: l’umiltà. Umiltà deriva dal latino “humus”, terra, nel nostro caso quella del Salento. E l’umiltà non è la caratteristica dei deboli o dei poco coraggiosi bensì è la qualità dell’albero che ha radici ben salde nel suolo ma protende i suoi rami al cielo. E’ attraverso l’umiltà che possiamo imparare dall’altro e migliorarci”.

Il momento più buio nei 50 anni di storia di MEF è stato indubbiamente quello della scomparsa di Antonio, nel 2010. Ma se le radici sono salde il futuro viene da sé. “Durante tutta la sua vita – ricorda Leonardo Giaffreda, attuale presidente di MEF – Antonio aveva preparato il futuro dell’azienda, cercando di ritagliare per ciascuno di noi il ruolo più idoneo e predisponendo una struttura organizzativa in grado di supportarci. L’obiettivo principale dopo la sua scomparsa è stato quello di rassicurare tutti i nostri collaboratori, le banche, i clienti, i fornitori. Insomma, a livello aziendale, si è innescata una reazione positiva e, anche se sapevamo che sarebbe stato impossibile sostituire Antonio come leader e figura carismatica, abbiamo però cercato di assumere deleghe e responsabilità diversificate, sempre guidati da quei valori di fiducia, coraggio e rispetto delle persone, nonché da una visione strategica orientata alla crescita. Infatti dal 2010 a oggi sono arrivati il Centro Logistico, lo sviluppo del mercato del Lazio, Mostra Elettrotecnica, fino alle più recenti aperture in Emilia e Lombardia. E poi, nel 2015, quella partnership con Wurth, per la quale devo ringraziare Francesco Tirinnanzi che ha lavorato non come professionista ma quasi come familiare, e anche Ulrich Liedtke, vice presidente di Wurth, che ha creduto fin dall’inizio in questo progetto”.

“L’elemento che mi ha fatto decidere di dare fiducia a MEF? – replica Ulrich – E’ stato il fatto di trovare un’azienda con la nostra stessa comunione di intenti. Mi fa piacere ricordare Antonio Zecchino, che ci ha accompagnato in questo passaggio”. Fra le scelte più importanti fatte da MEF negli ultimi anni, si colloca il Centro Logistico di Campi Bisenzio. “Fu una decisione che abbiamo preso, come sempre, tutti insieme nel 2012 – sottolinea Luca Giaffreda, responsabile delle risorse umane -. La scelta di Campi Bisenzio, se da un lato è apparsa come anti-economica perché il costo del terreno qui è più alto rispetto ad altre zone, dall’altro ci ha tuttavia permesso di salvaguardare tutti i posti di lavoro. Nel tempo tale decisione ci ha premiati e si è rivelata vincente. I nostri progetti migliori? Sarò ripetitivo ma partono sempre dalle persone. E’ intorno a loro che li costruiamo, con passione ed entusiasmo”.
Quanto al futuro, quello di MEF è già iniziato. Si chiama Lorenzo, è il figlio di Daniele ed è la terza generazione dei Giaffreda. “Mia mamma portava me e mio fratello in azienda fin da piccoli, – ricorda – perché mio padre era sempre lì. Allora giravo nei corridoi, nei magazzini, negli uffici e immaginavo che, un giorno, avrei lavorato qui. Continuare la bellissima storia di questa azienda- famiglia creata da Antonio, Emilio, Vanda e Margherita è quindi per me un onore e la realizzazione

di un sogno”. “Il futuro – conclude Daniele Giaffreda – è di chi se lo va a prendere. Noi abbiamo sempre detto quello che abbiamo fatto e fatto quello che abbiamo detto. Forti del sostegno di tutti i nostri collaboratori siamo certi che il nostro sarà un futuro più che mai florido”.