Il documentario “Bulletproof” di Todd Chandler, in prima italiana giovedì 19 novembre nella quinta giornata del 61° Festival dei Popoli. Scopri il programma della giornata.
La macchina da presa di Chandler si muove tra i corridoi di alcuni licei statunitensi per catturare le testimonianze di un sistema costretto a rivedere le proprie priorità in un momento storico in cui il tema della minaccia dall’esterno sembra dominare l’agenda politica e culturale, in cui la paura di una nuova Columbine genera contromisure preventive surreali e inquietanti. Il documentario intreccia prove di basket e lezioni di matematica a modalità più recenti come le esercitazioni di blocco, l’addestramento di armi da fuoco per insegnanti, gli screening con i metal detector.
Le proiezioni online della quinta giornata prendono il via alle 10 con Popoli for Kids & Teens, sezione rivolta ai più giovani e alle famiglie, con la proiezione di “Asylum” di Victor Ridley sulla moltitudine di minori stranieri non accompagnati che ogni anno arrivano in Belgio. La maggior parte di loro chiede asilo, come Sahil, un ragazzo afgano di 15 anni che nel documentario è protagonista.
Si prosegue alle 15 con il Concorso internazionale e il cortometraggio “Bubble” di Eleanor Mortimer, che descrive con sguardo curioso e ironico l’incontro tra uomo e animale, osservando il negozio Terry’s Tropicals, un vero e proprio acquario pieno di pesci tropicali, situato nell’East End di Londra.
E poi in Dissipatio di Filippo Ticozzi il racconto personale e intimo dei mesi del lockdown del regista in una cittadina del nord Italia.
Per il Concorso italiano, l’anteprima assoluta di “L’armee Rouge” di Luca Ciriello che racconta la storia di Idriss Koné, in arte Birco Clinton, arrivato dalla Costa D’Avorio cinque anni fa e oggi abitante dei Bipiani di Ponticelli, nella periferia est di Napoli, da dove lancia la scalata alla scena musicale della comunità ivoriana con l’obiettivo di organizzare una grande festa natalizia.
Infine, tra i lungometraggi in gara nel Concorso Internazionale, This Rain Will Never Stop di Alina Gorlova sulla storia del giovane curdo Andriy, che in fuga dal conflitto siriano, approda in Ucraina. Il destino ha sparpagliato ovunque la famiglia di Andriy, in Iraq e in Germania, e non solo lui – che lavora come volontario della Croce Rossa – ma tutte le persone alle quali è legato abitano terre desolate, zone incerte dell’anima e del cuore, segnate da altre guerre o dal vuoto di una vita senza affetti, immaginari, prospettive.