Al festival di robotica a Pisa ci sarà una sezione dedicata alla diagnostica, al restauro e alla conservazione dei beni culturali, “Il binomio restauro beni culturali-robotica sembra azzardato” afferma Flora Gagliardi ma in realtà le tecnologie rappresentano uno strumento straordinario per ridare vita ad antichi capolavori.
Al festival di robotica a Pisa ci sarà anche una sezione dedicata alla diagnostica, al restauro e alla conservazione dei beni culturali alla 2/a edizione del Festival internazionale della robotica, in programma a Pisa dal 27 settembre al 3 ottobre con il sostegno di Regione Toscana, Comune e Provincia di Pisa, Università di Pisa, Scuola Normale e Scuola Sant’Anna, Fondazione Stella Maris, Camera di Commercio, Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana e Fondazione Arpa.
Nella sezione coordinata da Flora Gagliardi, dal 28 settembre all’1 ottobre, saranno proposti 18 progetti basati sulle tecnologie applicate alla diagnostica, al restauro e alla conservazione dei beni culturali (quadreria, strumenti musicali e scientifici, costruzioni storiche, beni archeologici).
I convegni tratteranno della robotica come strumento operativo nel recupero dei beni colpiti da eventi catastrofici, nella gestione dell’utenza museale, nel restauro del ciclo di affreschi Trionfo della Morte del Camposanto Monumentale a Pisa e in quello delle Navi Romane, sempre a Pisa. “Il binomio restauro beni culturali-robotica sembra azzardato”, spiega Flora Gagliardi “ma in realtà è uno degli esempi migliori di come le tecnologie più avanzate e la robotica siano uno straordinario e non invasivo strumento di restituzione a nuova vita di grandissimi capolavori, siano essi imponenti affreschi o piccoli e delicati strumenti”.
Le sessioni di lavoro saranno aperte, tra gli altri, da Pier Andrea Mandò, fisico dell’Università di Firenze, precursore nell’utilizzo della fisica nucleare per l’analisi dei beni culturali insieme a Claudio Strinati, già soprintendente per il Polo museale romano, e Maurizio Seracini, ingegnere fiorentino docente a San Diego, fondatore di Editech, primo centro diagnostico per i beni culturali in Italia.