Fiamme e proteste a Sollicciano – Sono fatti rientrare nelle celle, nel corso della notte, i detenuti del carcere fiorentino, circa una ottantina, che ieri hanno dato vita a una forte protesta, anche appiccando le fiamme, dopo il suicidio di un recluso ventenne di origine tunisina.
E’ quanto si apprende dalla prefettura. Non ci sarebbero feriti. La situazione, si spiega ancora, è stata riportata sotto controllo con l’intervento della polizia penitenziaria. Sono invece rimasti fuori dal penitenziario polizia e carabinieri che erano stati fatti intervenire nell’ambito del piano di sicurezza esterna attivato dalla prefettura mentre la direzione del carcere fiorentino aveva attivato l’unità di crisi.
“Una polveriera” per le condizioni di vita dei reclusi a causa degli annosi problemi della struttura, tra cimici nelle celle e recentemente anche la mancanza di acqua che hanno portato anche a un esposto da parte di una cinquantina di detenuti. Una situazione rispetto alla quale ieri pomeriggio la morte per suicidio di un giovane detenuto, un ventenne tunisino, avrebbe fatto da detonatore per una protesta proseguita in serata. Due le sezioni della giudiziaria coinvolte, una quarantina circa di reclusi (in totale sono 560 circa) inizialmente coinvolti – e poi raddoppiati – che hanno appiccato il fuoco. Fiamme poi spente dai vigili del fuoco.
Ieri nel corso della protesta erano anche scattate le ricerche, nell’ambito del penitenziario, per un detenuto salito sul tetto e che era stato perso di vista. Ma dalla conta dei reclusi, da quanto appreso, non è poi risultata alcuna assenza. Un elogio al personale di polizia penitenziaria intervenuto per riportare la situazione alla normalità è stato rivolto dalla direttrice del carcere Antonella Tuoni. Un ringraziamento è stato rivolto poi ai vigili del fuoco e alle forze dell’ordine intervenute all’esterno e che hanno cinturato la struttura.
“La forte rivolta dei detenuti del carcere di Firenze è un nuovo segnale che il decreto del Governo è già fallito prima della sua attuazione”. Così Aldo Di Giacomo, segretario generale del S.PP., che per due giorni ha protestato in catene davanti gli uffici del Ministro Nordio.
“Purtroppo, la situazione è destinata a peggiorare, vista l’incapacità del governo e della amministrazione penitenziaria nella gestione della gravissima emergenza che vivono le carceri” aggiunge.
“Mancanza d’acqua, cimici e problemi strutturali, da tempo denunciati dal Sappe, sono i veri motivi della veemente protesta al reparto giudiziario e al rifiuto del vitto da parte dei ristretti del reparto penale” nel carcere fiorentino di Sollicciano dove “la situazione è divenuta insostenibile. Non si può continuare ad assistere all’inerzia dell’Amministrazione centrale che ha lasciato letteralmente soli direttore, comandante e personale di Polizia Penitenziaria a dover gestire tali situazioni”. Così oggi il sindacato di polizia penitenziaria Sappe con il segretario Francesco Oliviero in merito alla protesta scoppiata ieri nel penitenziario.