La legge di bilancio, ha riordinato la figura dell’educatore, dando un riconoscimento ai lavoratori laureati in scienze dell’educazione, ma allo stesso tempo obbligando chi svolge quell’attività con altro titolo (a sostenere un corso di 60 crediti universitari, proposto a costi esosi dalle Università
Nel territorio fiorentino sono circa 2.500 i lavoratori che svolgono le funzioni di educatori, animatori e operatori socio educativo. Lavorano nei servizi socio educativi e socio assistenziali con utenti di ogni età: disabili, anziani, marginali, immigrati; lavorano spesso per il privato sociale che opera su appalti o convenzioni pubbliche. Dal primo gennaio 2018 la legge di bilancio, all’articolo 1 commi 596-601, ha riordinato la figura dell’educatore, dando una dignità e un riconoscimento ai lavoratori laureati in scienze dell’educazione, ma allo stesso tempo obbligando chi svolge quell’attività con altro titolo (1.500 nel territorio fiorentino) a sostenere un corso di 60 crediti universitari, proposto a costi esosi dalle Università, per evitare di perdere il posto di lavoro.
Per questo motivo la Fp Cgil chiede al Parlamento di modificare il testo normativo recuperando il DDL “Iori” che al Senato, il giorno 11/10/2017 in 7° Commissione (sede referente), conteneva misure atte a salvaguardare tutti quei lavoratori e quelle lavoratrici che attualmente svolgono il ruolo di educatore nei servizi socio assistenziali e socio educativi. Per sostenere questa lotta, circa 150lavoratori fiorentini e la Fp Cgil hanno effettuato un presidio stamani a Firenze davanti alla Prefettura dove poi una delegazione è stata ricevuta.