Bloccati e identificati un 17enne, fiorentino, denunciato per resistenza alla procura dei Minori, poi reso ai genitori, e un 24/enne, anche lui fiorentino, che come l’altro ha fatto resistenza agli agenti che lo volevano identificare
Due agenti feriti: una poliziotta ha riportato la frattura di un dito e ha avuto una prognosi di 25 giorni al pronto soccorso; un collega ha subìto un trauma cranico e varie contusioni e ha avuto cinque giorni di prognosi. Questo l’esito dei disordini che sono scoppiati dopo la mezzanotte scorsa a Firenze diurante un normale controllo di polizia attivato dal 113 per un allarme scattato in un negozio di pelletteria in via de’ Pucci, vicino al Duomo. Un gruppo di una ventina di giovani, anche minori, ha fatto resistenza fino a scontrarsi con agenti delle Volanti e poi fuggire.
Bloccati e identificati un 17enne, fiorentino, denunciato per resistenza alla procura dei Minori, poi reso ai genitori, e un 24/enne, anche lui fiorentino, che come l’altro ha fatto resistenza agli agenti che lo volevano identificare.
Secondo una ricostruzione della questura, due pattuglie sono andate al negozio per l’allarme scattato a causa di un calcio tirato alla vetrina in uno momento di ira da un giovane appena uscito con gli amici da un locale nei paraggi. Si trattava di un gruppetto di quasi una decina di ragazzi. Gli agenti hanno iniziato a identificarli ma uno di loro, il 17enne poi denunciato, ha tentato di allontanarsi: quando un poliziotto lo ha avvicinato ha opposto resistenza e, nel frattempo, sono accorsi altri giovani dalla via vicina i quali hanno ostacolato l’operazione di accertamento della polizia. In tutto si era radunata una ventina di giovani e sono stati inviati rinforzi dalla questura.
C’è chi ha scalciato, chi ha colpito i poliziotti in momenti concitati. Alla fine tranne i due giovani bloccati, gli altri sono scappati. Con le telecamere della strada e le testimonianze, anche dei passanti, la questura sta procedendo all’identificazione di tutto il gruppo. Due passanti, peraltro, si sono fermati per dare manforte – a parole – agli agenti, cercando di convincere i ragazzi a dare i documenti e a calmarsi. Le pattuglie erano tutte in uniforme, quindi riconoscibili.