Gli over 65 nel territorio fiorentino sono oltre 270mila di cui 154mila donne, gli over 85 più di 48 mila. Gli anziani non autosufficienti in carico ai servizi sociali circa 13mila. I dati diffusi oggi dallo SPI CGIL
Gli over 65 nel territorio fiorentino sono oltre 270mila di cui 154mila donne, gli over 85 più di 48 mila. Oltre 25mila, invece, gli anziani non autosufficienti di cui in carico ai servizi sociali circa 13mila. La persona non autosufficiente per il 66% è femmina, il 34% maschio, di questi il 40% sono nella fascia 81/90 anni. I dati sono stati diffusi oggi dallo SPI CGIL sulla base dei dati emersi dal report del terzo anno di attività degli sportelli Spi-Na (sindacato pensionati italiani non autosufficienza), dedicati alla condizione di non autosufficienza delle persone anziane.
A fronte di questi dati, i servizi vengo valutati come assolutamente inefficaci a soddisfare la domanda: la Sei denuncia tempi medi di attesa per l’invalidità civile mai inferiori ai 90 giorni, tempi medi per percorso non autosufficienza circa 60 giorni, servizi domiciliari che “non soddisfano i bisogni delle persone e delle famiglie” e almeno 100-150 persone in lista di attesa per avere la quota sanitaria nelle rsa fiorentine.
Nei primi dieci mesi del 2024 gli accessi agli sportelli Spi-Na sono stati oltre 218. “Le domande di servizi sono in aumento, il bisogno cresce, la situazione va monitorata e c’è una platea di persone a cui vanno date risposte – ha detto Chiara Tozzi di Spi Cgil Firenze -. Chiediamo al governo di finanziare e mettere in pratica la legge sulla non autosufficienza, una delle ultime varate dall’esecutivo Draghi e approvata in Parlamento all’unanimità dall’esecutivo Meloni. Purtroppo nessuno si è accorto che in Italia c’è questa legge, per la quale è stato varato un solo decreto attuativo e ne servono altri 14. In Toscana – aggiunge – va data una risposta ai crescenti bisogni soprattutto sul fronte delle pratiche di riconoscimento, che in alcuni casi sono troppo lente e vanno accelerate, e sul fronte delle rsa: qui servono più risorse e anche una riorganizzazione, visto che ormai l’utenza rispetto al passato ha caratteristiche più da livello sanitario che sociale”.