E’ venuto a mancare questa mattina lo chef Jean Michel Carasso, aveva 78 anni ed era malato da tempo. Attivo a Firenze sin dagli anni ’80, ha portato per primo in città la cucina etnica e vegetariana.
Perché – cosmopolita per natura – Carasso fu il primo a portare in città quella che poi è stata definita cucina etnica. Da ebreo di madre Ashkenazita e di padre Sefardita di Salonicco, i nonni di origini ottomane, stava naturalmente nella diversità del mondo. Lo faceva in cucina, da esperto della kasherut ebraica portata all’attenzione di tutti grazie alla sua presenza al Balagan Cafè, l’estate nei giardini della Sinagoga all’insegna del dialogo nella diversità. Mangiare le cose preparate da Jean Michel, in situazioni dove provvedeva al catering, a casa sua, o appunto al Balagan, significava realmente viaggiare.
Chiudere gli occhi, assaggiare e capire di essere in uno spazio di conoscenza, di viaggio, molto preciso e allo stesso tempo indisponibile ad avere confini. Capace sempre di esprimere a pieno e insieme di trascendere ogni senso del luogo, culinario, culturale, civile. Sempre lontano dai riflettori, preferiva dare l’anima davanti ai fornelli preparando personalmente ciclopiche quantità di cibi raffinati e spessa dalla preparazione rigorosa e complessa.
Carrasso è autore di numerosi libri sulla cucina mediorientale, greca, vegana e di quel “Cucinare lontano”, scritto con Luisa Ghetti, diventato in breve un classico. Prima della pandemia ha animato sulle frequenze di Controradio una trasmissione dove dialogava con i più grandi chef internazionali, da Allan Bay a Giotty Singh. Fu quest’ultimo a dire: “il mondo delle spezie è un universo sterminato e Jean Michel è uno dei pochissimi a poter dire di conoscerlo”.