Il telescopio, appartenuto all’antiquario milanese Michele Subert, è stato acquistato per 4.800 euro dal ministero della Cultura e affidato al Museo Galileo in comodato d’uso gratuito dall’ente proprietario statale, la Direzione regionale musei della Toscana
Al Museo Galileo di Firenze arriva in esposizione il telescopio riflettore gregoriano di Philippe-Claude Le Bas, uno dei primi nel suo genere, realizzato seguendo le indicazioni costruttive date dallo scozzese James Gregory, nella sua opera ‘Optica promota’ del 1663. Il telescopio, appartenuto all’antiquario milanese Michele Subert, è stato acquistato per 4.800 euro dal ministero della Cultura e affidato al Museo Galileo in comodato d’uso gratuito dall’ente proprietario statale, la Direzione regionale musei della Toscana.
Le Bas fu ottico di Luigi XIV di Francia (il Re Sole) e ebbe il permesso di risiedere al Louvre. Lo strumento, è stato spiegato, è ancora funzionante: sia le ottiche che le parti meccaniche sono integre. Il telescopio è completo di treppiede con giunto sferico per il corretto orientamento ed è dotato di una particolare montatura con vite a succhiello che ne permette la stabile collocazione su un supporto fisso.
I visitatori potranno ammirare il telescopio e visitare anche la rassegna ‘Orbite musicali’, quattro concerti (8, 15, 22 e 29 maggio) a cura del Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze che si ispirano al sodalizio tra musica e scienza, con particolare riferimento all’astronomia. Inoltre sarà possibile vedere due strumenti della collezione acustica del Museo: un esemplare seicentesco di ‘tromba parlante’, appartenente alla Collezione Medicea, e il fonografo di Thomas Edison.
“Questo telescopio va ad arricchire una collezione di telescopi seicenteschi molto importante, tra cui spiccano i due di Galileo”, ha sottolineato a margine Roberto Ferrari, direttore esecutivo del Museo Galileo. Giorgio Strano, curatore della collezione del Museo Galileo, ha precisato che si tratta di “uno dei primi telescopi a specchio usati in Europa”. Per Stefano Casciu, direttore regionale dei musei della Toscana, è “un oggetto molto importante per la storia della scienza, anche per le perfette condizioni di conservazione e funzionamento”.