Nel grande parco del Meyer sono iniziati i lavori per la realizzazione del Family Center “Anna Meyer”, la nuova struttura destinata ad accogliere i bambini e le loro famiglie al momento dell’ingresso in ospedale, prima di un periodo di ricovero.
Il Family Center “Anna Meyer”, progettato per essere ecosostenibile e integrato con l’ambiente circostante, grazie all’impiego di materiali e finiture già utilizzati nella struttura principale del pediatrico fiorentino, sarà pronto la prossima primavera; sorgerà vicino al Giardino di Cice e occuperà una superficie di 500 metri quadrati.
Per il Meyer si tratta di un investimento importante: circa 1milione e 700mila euro, ottenuti grazie a fondi statali, messi a disposizione dalla Regione, a cui si andranno aggiungere circa 300mila euro stanziati dalla Fondazione Meyer per dotare la struttura di arredi a misura di bambino. L’edificio prende il nome da Anna Meyer, la moglie del commendatore Giovanni Meyer, prematuramente scomparsa: fu proprio grazie alla sua sensibilità che il marito decise di realizzare a Firenze uno dei primi ospedali pediatrici europei, dove i bambini malati potessero essere curati in un ambiente a loro dedicato e separato da quello degli adulti.
“Con questi nuovi lavori, il Meyer si doterà di una nuova struttura per accogliere al meglio i bambini e le loro famiglie quando arrivano in ospedale – è il commento dell’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi – Così, all’eccellenza del Meyer a livello di cura, si affianca una sempre maggiore capacità di accoglienza. Il Family Center farà sentire i piccoli pazienti, i loro genitori, i familiari che li accompagnano, a loro agio in ospedale, rispondendo a tutte le loro necessità e creando un clima di calore e grande vicinanza”.
Il Family Center sarà realizzato in modo da offrire il massimo del comfort, per rendere il meno traumatico possibile il momento dell’ingresso in ospedale. La struttura avrà una forma a pianta quadrata e sarà distribuita intorno a una corte centrale, come una vera pagoda: la luce illuminerà gli interni grazie ad ampie finestrature a vetri. Massima attenzione sarà dedicata a tutti quegli ambienti destinati ad accogliere le famiglie con i figli, bambini o adolescenti: qui le famiglie trascorreranno i momenti che precedono il momento del ricovero, in un contesto spaziale e relazionale volto a favorire ascolto e mutuo rispetto. L’arredamento sarà concepito come quello di un “salotto”: sarà presente una connessione wi-fi per consentire ai genitori di dare un’occhiata alle mail di lavoro e non mancherà un angolo per il caffè. E per intrattenere fratelli e sorelle nell’attesa, si rivelerà preziosa la vicinanza con i giochi presenti nell’area del Giardino di Cice, che si trova a pochi passi.
Si tratta di una vera e propria rivoluzione: attualmente, lo spazio riservato alle famiglie che attendono di entrare in ospedale, si trova nella Hall serra e il momento dell’ingresso rischia di essere dispersivo. Questa rivoluzione nell’organizzazione dell’accoglienza porta il Meyer al livello degli ospedali internazionali: negli Usa, esistono molti family center, mentre in Europa il modello che ha ispirato l’ospedale del capoluogo toscano è rappresentato dal pediatrico di Barcellona, con il quale c’è un forte legame.
Nella struttura saranno riunite una serie di attività e di figure professionali e di supporto in grado di fornire alle famiglie tutte le informazioni sui servizi presenti nell’ospedale: dagli assistenti sociali alle psicologhe, dagli infermieri che si occupano del rientro a domicilio agli operatori dell’Ufficio relazioni con il pubblico, oltre alle associazioni dei genitori e di volontariato.
Il momento dell’accoglienza sarà quindi contrassegnato da una cifra di cortesia e di vicinanza, ma rappresenterà anche un’occasione per far conoscere alcune regole e comportamenti utili nel periodo di ricovero. Il Family Center sarà un punto di riferimento importante anche al momento di lasciare l’ospedale per fare ritorno a casa: qui i genitori riceveranno tutte le istruzioni per gestire al meglio la cura dei bambini e degli adolescenti, soprattutto nei casi più complessi.
Per individuare tutte le esigenze a cui sarà necessario dare una risposta, sono già in corso degli incontri con il personale coinvolto nel progetto: ognuno potrà fornire il proprio contributo per migliorare al massimo l’efficienza.