Lun 23 Dic 2024
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ToscanaCronacaFirenze, bar Curtatone: rischio processo per fratelli Sutera e 4 prestanome

Firenze, bar Curtatone: rischio processo per fratelli Sutera e 4 prestanome

La procura di Firenze ha chiuso le indagini per l’inchiesta sul bar Curtatone. Adesso a rischiare il processo sono i fratelli siciliani Giovanni e Renato Sutera, l’ex politico Udc Luigi Morelli e altre 4 persone, ritenute prestanome dei Sutera.

Ciò di cui sono accusati: bancarotta, truffa e intestazione fittizia di beni. Il Curtatone è uno dei bar più noti di Firenze, ed ora è sotto sequestro preventivo con un amministratore giudiziario chiamato a portarne avanti l’attività. I fratelli Sutera, invece, sono detenuti nelle carceri di Prato e Bologna per le accuse di coltivazione di marijuana in Spagna.

Ma non finsice qui perchè Giovanni Sutera, già braccio destro di Gerlando Alberti junior deve scontare anche un ergastolo per il rapimento e l’atroce esecuzione di una ragazzina di 17 anni, Graziella Campagna, dipendente di una lavanderia di Villafranca Tirrena in privncia di Messina. Il fatto risale al 12 dicembre 1985, quando la ragazzina fu giustiziata senza pietà perché sospettata di aver scoperto, su una agendina smarrita nella tintoria, la vera identità di Gerlando Alberti.

Omicidio commesso da Sutera mentre era latitante in Sicilia dopo aver partecipato a Firenze, il 4 maggio 1982, alla sanguinosa rapina costata la vita all’orefice Vittorio Grassi. Nonostante i due gravissimi precedenti, dal 2016 Giovanni Sutera, difeso dall’avvocato Elena Augustin, era fuori dal carcere e gestiva il bar con il fratello Renato, considerato il “dominus” e “l’eminenza grigia” della società. Gli arresti risalgono al 27 marzo scorso.

“Renato Sutera, – secondo la pm antimafia Giuseppina Mione, titolare dell’inchiesta – insieme agli altri indagati, al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione nei suoi confronti essendo soggetto socialmente pericoloso per aver commesso reati contro il patrimonio, avrebbe attribuito fittiziamente ai 4 indagati la titolarità di quote societarie e la legale rappresenzanza delle società Mela, Star, Siga e Caffé Italia tramite le quali veniva gestito il Bar Curtatone per “nascondere l’effettiva ricondicibilità nonostante le società venissero gestite sempre da Renato Sutera e GIovanni Sutera.”

Tutti e sei sono anche accusati di bancarotta per aver trasferito il bar pasticceria, senza alcun corrispettivo, alla Caffé Italia, una società “pulita”, le cui quote erano detenute in maggioranza da Luigi Morelli. Secondo l’accusa, l’intenzione era quella di vendere più agevolmente l’attività il cui valore è stimato in circa un milione di euro, abbandonando invece al loro destino le precedenti società titolari dell’azienda, Mela e Siga, entrambe cariche di debiti. Fra l’altro è stato accertato che la Mela ha maturato debiti previdenziali e tributari per 638 mila euro e la Siga per 662 mila euro. Mela e Siga sono state dichiarate fallite nel 2017.

Per i Sutera, Morelli e Hoxa inoltre c’è anche l’accusa di truffa ai danni dello Stato, per aver ricevuto con raggiri nei confronti dei funzionari dell’Inps, l’indennità di disoccupazione  senza averne diritto.