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Firenze, biblioteca Riccardiana senza bibliotecari

Firenze

La Biblioteca Riccardiana di Firenze dal 1° novembre si trova a non avere più in servizio alcun funzionario bibliotecario; gli ultimi due funzionari, uno dei quali svolgeva mansioni di Direttore della Biblioteca, sono andati in pensione, non in modo improvviso ma per raggiungimento del limite d’età.

Tale situazione comporta di fatto il blocco delle attività istituzionali dell’Istituto in questione. La Biblioteca Riccardiana di Firenze di Palazzo Medici Riccardi in via Ginori, specializzata nella conservazione tutela e valorizzazione di fondi manoscritti e rari a stampa, rappresenta un fiore all’occhiello nell’ambito degli Istituti Culturali presenti a Firenze e afferenti al Ministero dei Beni Culturali.

La Fp Cgil di Firenze ha più volte denunciato al Ministero lo stato di grave carenza di organico in cui versano ormai diversi Istituti Culturali che hanno sede a Firenze. A fronte di tutte le nostre sollecitazioni il Ministero non ha ritenuto di assumere alcuna decisione in merito, lasciando i lavoratori della Biblioteca Riccardiana in una condizione di sospensione, quando avrebbe potuto trovare una soluzione anche temporanea per consentire il normale svolgimento delle attività.

La grave carenza organica in cui versa il Mibac è ormai diventata endemica: in un ministero in cui l’età media si aggira intorno ai 55 anni, all’attualità a livello nazionale mancano circa 2.000 persone che diventeranno 4.000/4.500 nel 2020, cifre che rischiano di aumentare vertiginosamente se la famosa “quota 100” andrà in porto senza penalizzazioni.

Al momento le assunzioni previste, 1.000 da disegno di legge di stabilità e 3.000 da decreto concretezza, rimangono una dichiarazione di intenti che, anche quando diventassero realtà, necessiteranno dei dovuti tempi di realizzazione.

La Fp Cgil Firenze ritiene che sia oggi più che mai indispensabile attivare una politica assunzionale che vada oltre il ricambio alla pari tra chi esce e chi entra nel mondo del lavoro pubblico e che occorre investire nel potenziamento dei servizi pubblici, ottenuto con risorse interne e non con esternalizzazioni selvagge.

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