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Firenze, Bonafede: “Lo Stato chiede scusa a vittime Forteto”

Il ministro Bonafede, ‘Ma so che non si potrà mai rendere loro l’infanzia’.

“So che non renderemo mai l’infanzia alle vittime del Forteto, ma lo Stato chiede scusa, anche se dopo 40 anni, e farà tutto il possibile perché si faccia giustizia”. Lo ha detto Alfonso Bonafede, ministro della Giustizia, oggi in una conferenza stampa al Forteto di Vicchio del Mugello (Firenze), la cooperativa agricola commissariata dal Governo legata alla comunità per minori disagiati finita al centro di processi per maltrattamenti e violenze sessuali.

“Sto vivendo uno dei momenti più emozionanti da quando sono ministro della Giustizia – ha aggiunto Bonafede – E’ una vicenda che ho conosciuto sei anni fa al momento del mio ingresso in Parlamento”. Bonafede ha ripercorso le tappe del suo impegno sulla vicenda quando presentò una mozione – poi respinta – dal Governo nel 2015.

“La cosa bella – ha continuato – è che quella mozione non era firmata soltanto dal M5S ma da tutte le forze politiche esclusa quella che, al momento, governava. Una mozione senza colori politici perché su questa vicenda che riguarda abusi fisici e mentali su bambini che venivano accompagnati dallo Stato dentro il Forteto, non ci può essere colore politico”. Quando la mozione venne respinta “ho scoperto in tutta la sua mostruosità quanto può essere cinica la politica quando decide di proteggere quanto non può essere protetto secondo un comune senso di umanità”.

“Quello che è incredibile nella vicenda del Forteto è che era il tribunale che accompagnava le vittime al Forteto. Il mio impegno è perché cose come queste non avvengano più”, “lo Stato accompagnava le vittime sulla soglia del cancello dell’inferno e le faceva entrare. Posso dire che le porte di quell’inferno sono state chiuse”. Ora, ha aggiunto, “facciamo in modo di chiudere completamente ogni tipo di legame fra l’attività economica meravigliosa che abbiamo visto”, cioè la comunità agricola dove venivano fatti lavorare gli ‘ospiti’ del Forteto, “e quella che è stata la comunità del Forteto”. Per Bonafede “c’è però ancora da lavorare molto per fare piena luce” su questa vicenda. “Il Parlamento – ha ricordato – ha deliberato la commissione d’inchiesta, che dovrà lavorare, così come molto dovrà lavorare il commissario, l’avvocato Jacopo Marzetti”.

“Il Forteto era una priorità per il Governo” e “la priorità era dare una risposta alle vittime del Forteto. Era doveroso che lo Stato commissariasse il Forteto”. “Ricordo che le prime condanne risalgono al 1985 – ha pure detto – Lo Stato doveva svegliarsi nel 1985, adesso siamo nel 2019”. Inoltre, secondo Bonafede “c’erano solo due modi con i quali lo Stato poteva chiedere scusa alla vittime del Forteto. Primo, facendo luce su quanto era successo, secondo interrompere qualsiasi legame con quello che era successo. E dire d’ora in poi che quella pagina tragica della storia istituzionale italiana viene archiviata perché adesso c’è un commissariamento che decide di chiudere il cancello di quell’inferno e di continuare sull’attività produttiva dove lavorano tante persone, ma senza più alcun legame con il passato”.

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