La decisione del TAR della Toscana di rinviare all’udienza di merito, fissata per il 6 novembre prossimo, la decisione sulla sospensione della variante urbanistica in seguito a un’ordinanza del Consiglio di Stato, ha scatenato molteplici reazioni tra le categorie impattate dal provvedimento, dall’Ordine degli Architetti agli esponenti della politica e dell’amministrazione fiorentina.
“Confido nel lavoro che sta portando avanti l’assessore Del Re, basato sul buon sesno, sul merito. Poi vediamo se riusciamo a sbloccare la situazione prima della prbnucnia del tar “, ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella.
Nardella ha aggiunto, “faccio un appello a coniugare tutti gli interesse in gioco. Sia per quanto riguarda il patromonio artistico della città, sia di non bloccare l’economia di questa città, di non mandare in crisi e fallimento aziende e ditte. Bilanciare i due interessi perchè Firenze ha bisogno di coniugare la conservazione con la trasformazione. Il Comune ha dimostrato grande attenzione e l’assessore Del Re sta aprendo un confronto nuovo, anche con ‘Italia Nostra’. Infatti ringrazio tutti i soggetti che si stanno adoperando per uscire da questo stallo; dal mondo delle associazioni a quello delle imprese. Firenze non può restare in questo stato di igessamento.” Così ha concluso Dario Nardella.
“La sospensione della variante all’articolo 13 del Regolamento urbanistico comunale rimane su tutto il tessuto storico e storicizzato, quindi molto oltre il centro storico – ha esordito Serena Biancalani, Presidente dell’Ordine degli Architetti, sul caos edilizia a Firenze -. Il Consiglio dell’Ordine degli Architetti di Firenze, che in un primo momento ha proposto un incontro di riflessione sul tema, chiede oggi ai soggetti coinvolti un gesto di responsabilità per limitare i danni della catastrofe che sta investendo la città di Firenze.”
“La situazione – ha proseguito Biancalani -, che ormai abbiamo definito una ‘maionese impazzita’, non può essere risolta nelle aule giudiziarie e non può aspettare i tempi della giustizia: per il bene della città deve essere risolta in tempi più brevi. Chiediamo quindi la formale costituzione del Forum permanente annunciato nell’incontro che si è tenuto il 9 luglio alla Palazzina Reale, per facilitare il confronto tra il Comune e l’associazione Italia Nostra, e nel contempo chiediamo che l’amministrazione valuti una soluzione meno (auto)tutelativa dell’interpretazione che ha dato dell’ordinanza e delle sentenze penali, per permettere almeno certe tipologie di intervento.”
“È ormai evidente che l’ambiguità che si è generata sull’interpretazione delle definizioni delle categorie di intervento debba essere affrontata a livello nazionale, affinché il caso di Firenze possa essere utilizzato come esempio concreto delle conseguenze che l’incertezza normativa può provocare”, ha concluso Serena Biancalani.
Sulla vicenda sono intervenuti anche i consiglieri comunali del Movimentgo 5 Stelle Roberto De Blasi e Lorenzo Masi. “Il vuoto urbanistico causato da una scarsa considerazione per la tutela dei beni architettonici e omessa classificazione puntuale degli edifici di pregio, hanno aperto la strada alle speculazioni che hanno spinto chi come Italia Nostra ha agito per la tutela del bene comune ereditato dai geni del passato”, hanno affermato i consiglieri.
“Questa – proseguono – deve essere la strategia di un’amministrazione attenta alla tutela del patrimonio che gli è stato assegnato per la sola durata del mandato. Le ultime amministrazioni si sono distinte per l’assoluta assenza di un’idea di città, di spazio, di luogo: fin dalla realizzazione della prima linea tramviaria causando la perdita della piazza Vittorio Veneto e compromesso l’unica via di accesso alle Cascine, fino ai giorni nostri con l’evidente disastro in piazza della Stazione. Unica soluzione per salvare l’intero indotto la strada del dialogo al fine di convincere Italia Nostra a ritirare il ricorso al Consiglio di Stato.
“Noi siamo dalla parte dei piccoli proprietari che hanno un cantiere aperto per il quale hanno versato oneri – spiegano ancora -, occupazioni di suolo pubblico, che hanno contratto mutui per ristrutturarsi la casa, o che magari dimorano in quell’immobile oggetto di ristrutturazione la cui attività è sospesa almeno fino al prossimo 9 Ottobre. Siamo dalla parte dei lavoratori e dei fornitori coinvolti in questo disastro, l’amministrazione non deve aggravare una situazione già disperata, non ci deve essere la pretesa della rimessa in pristino dei luoghi perché questo genererebbe ulteriori danni per chi evidentemente ha già subito abbastanza.”
“L’attività edilizia in città – concludono gli esponenti del Movimento 5 Stelle de Blasi e Masi – deve ripartire assolutamente laddove non ci sia il rischio di danneggiare il patrimonio artistico ed architettonico esistente e in questa strategia noi crediamo che Firenze abbia il supporto di illustrissimi professionisti privi di qualsiasi conflitto di interesse e con l’attenzione rivolta al bene per la città, soggetti in grado di tracciare le linee guida per normare un’attività fondamentale per l’economia cittadina”.