Lo ha detto, in una nota, il geologo Vittorio d’Oriano, componente della Consulta dell’Isin (Ispettorato nazionale per la protezione nucleare e radioprotezione) parlando sulla nuova destinazione urbanistica prevista per il complesso della ex Caserma Vittorio Veneto in costa San Giorgio
“L’area è contraddistinta da un equilibrio precario”. Lo ha detto, in una nota, il geologo Vittorio d’Oriano, componente della Consulta dell’Isin (Ispettorato nazionale per la protezione nucleare e radioprotezione) parlando sulla nuova destinazione urbanistica prevista per il complesso della ex Caserma Vittorio Veneto in costa San Giorgio. D’Oriano parteciperà alla maratona civile di venerdì mattina alle 11 sotto Palazzo Vecchio, promossa dall’associazione Idra e nella quale si chiede di imboccare la strada dell’urbanistica partecipata.
“La ex Caserma Vittorio Veneto, già sede dell’Accademia Militare di Sanità, è situata in uno dei luoghi più caratteristici di Firenze”, precisa il geologo. “Dal punto di vista più propriamente naturalistico – riprende – l’area di Costa San Giorgio è contraddistinta da un equilibrio precario giacché almeno due sono le emergenze che tale la rendono. L’ossatura geologica di tutto il rilievo è costituita da quella che un tempo era chiamata pietraforte, la stessa di molti palazzi e ponti fiorentini compreso Palazzo Pitti”.
Per il geologo “i pochi affioramenti esistenti evidenziano una inclinazione verso nord-nord est, ovvero verso Via dei Bardi come segnalato nella cartografia specifica. Questa inclinazione, laddove si presenta meno inclinata del pendio, può dar luogo a movimenti gravitativi come già accaduto nei secoli passati. Inoltre, e questa è la seconda emergenza da segnalare, tutto il versante presenta una ricchezza d’acqua tanto sorprendente quanto poco nota se non agli abitanti di via dei Bardi e di Lungarno Torrigiani, della quale sono testimone diretto avendo potuto eseguire un sopralluogo in una abitazione al piano terra di via dei Bardi, proprio sotto il complesso ex militare”.
“Non solo i proprietari della casa lamentavano che periodicamente, e non sempre in coincidenza di eventi piovosi severi, la casa era invasa dall’acqua che filtrava da monte -prosegue d’Oriano parlando sempre di costa San Giorgio- ma tutto lo scantinato era invaso da una lama d’acqua fra i 30 e i 40 centimetri. Queste due particolarità suggeriscono, se non impongono, che già in sede dell’eventuale approvazione della variante urbanistica sia reso obbligatorio che tutta l’area venga preventivamente investigata con dovizia di indagini”.