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Firenze, comitati: pochi tecnici a curare patrimonio alberi

 Dopo le critiche del sindaco: “non si può continuare ad affrontare l’elemento di pericolosità delle alberature con delle valutazioni redatte con compensi al di sotto dei 10 euro” che “richiederebbero criteri di analisi ed elaborazione ben più complesse e quindi costose”

“Sostenere che siano i comitati dei cittadini ad impedire il taglio degli alberi pericolosi
è un’illazione bella e buona, soprattutto quando si tagliano le piante sane e si lasciano in piedi quelle malate”. Lo affermano il Coordinamento cittadino tutela alberi e Italia nostra di
Firenze, in merito alle polemiche dopo la caduta di alcune piante nei giorni scorsi.
“Come comitati non siamo contro l’abbattimento degli alberi laddove ciò si rendesse necessario, per ragioni fitosanitarie e per garantire sicurezza ai cittadini – sottolineano in una nota -. Sappiamo tutti che il rischio zero non esiste. Tuttavia non si può continuare ad affrontare l’elemento di pericolosità delle alberature con delle valutazioni redatte con compensi al di sotto dei 10 euro” che “richiederebbero criteri di analisi ed
elaborazione ben più complesse e quindi costose”. Inoltre, aggiungono, “un patrimonio di circa 75 mila alberi della città di Firenze è gestito con solo 15 tecnici ‘boscaioli'”. Il
comitato e Italia nostra invitano il Comune “a non abbandonare ma a potenziare il confronto razionale” e invitano il sindaco “a non debordare con esternazioni mediatiche inutili, tirate fuori all’infuriare delle polemiche per giustificare il taglio dei
pini di piazza della stazione. Si smetta coi proclami inutili e si sostenga invece una radicale riforma del servizio giardini e verde urbano di Firenze”.

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