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Vinte le elezioni amministrative la nuova sindaca di Firenze Sara Funaro è adesso alle prese con la costituzione della squadra che lavorerà con lei in giunta. Giovedì ci sarà il passaggio di consegne tra il sindaco uscente Dario Nardella – eletto al parlamento europeo – e la prima sindaca del capoluogo toscano. Poi la nuova amministrazione inizierà il suo lavoro e sui nuovi assessori già si fanno i primi nomi.
Il servizio di Raffaele Palumbo.
Primo criterio. Anzi, vincolo. La nuova Giunta fiorentina sarà composta da dieci persone. Il vincolo è di genere. Gli assessori devono essere ripartiti con la proporzione di sei donne e quattro uomini o viceversa. E’ possibile aspettarsi dalla prima sindaca di Firenze un segnale in questa direzione, quindi, forse, viceversa no. Secondo criterio. Quanti voti ha preso chi. E qui non è difficilissimo perché si tratta di un fatto. Dunque parliamo di Letizia Perini, la più votata nella lista Pd, Jacopo Vicini e Laura Sparavigna. Poi c’è il criterio del peso politico specifico, dunque si parla di Andrea Giorgio – assessore all’ambiente uscente – come vice sindaco, di Benedetta Albanese – altra assessora uscente – di Caterina Biti, ex senatrice, e di Giovanni Bettarini – ex assessore allo sviluppo economico. C’è poi la questione delle sensibilità interne al Pd, interne alla coalizione (leggi Alleanza Verdi Sinistra, dunque la più votata Caterina Arciprete o più probabilmente Lucrezia Iurlaro), interne alla lista civica che ha sostenuto la Funaro, dunque Marzio Mori proveniente dalla Caritas cittadina. Tutto qui? Certo che no. Per la mobilità si parla di un super tecnico, così come circola il nome, dalla Cgil, di Paola Galgani. C’è poi da capire chi sarà il capogruppo in Palazzo Vecchio, chi il presidente del Consiglio comunale e infine chi sarà il capogabinetto della nuova sindaca. Insomma un bel rebus di nomi. La prima seduta del Consiglio comunale ci sarà entro metà luglio. Per quella data dovrà essere chiara la composizione dello stesso Consiglio, oggetto di riconteggi definitivi dopo il ballottaggio e – con ogni probabilità – della stessa Giunta.