La donna sempre sul social stamani aveva rivolto un appello alle istituzioni per avere più sicurezza dopo che la madre è stata rapinata nella sua abitazione, parlando di “zingari”.
“Vorrei dissociarmi da quanti in queste ore hanno scritto e continueranno a scrivere sotto il mio post insulti razzisti e parole d’odio, perché io non l’ho mai fatto e non inizierò certo a farlo ora”. Così ha scritto su facebook la donna che sempre sul social stamani aveva rivolto un appello alle istituzioni per avere più sicurezza dopo che la madre è stata rapinata nella sua abitazione a Firenze. Nel suo precedente post la donna aveva parlato, in merito ai presunti autori, di “zingari”.
La donna spiega poi di aver “ingenuamente” impostato la privacy del post come pubblico, e di non conoscere la maggior parte degli autori dei commenti. “Vorrei che venisse evitata ogni possibile strumentalizzazione politica della terribile violenza che ha subìto mia madre – ha affermato ancora, non ne abbiamo bisogno, non era mia intenzione dare inizio ad una caccia alle streghe, vorrei solo ribadire la comprensibile richiesta di sicurezza e legalità”.
In effetti le parole usate dalla donna erano state molto ‘dure’, tirando in ballo il presidente della Regione Rossi, il sindaco Nardella e la manifestazione antirazzista di ieri.
“Ai nostri governanti, al sindaco Nardella, al governatore Rossi chiedo: aiutateci a casa nostra” aveva scritto nel post che ha poi scatenato i commenti razzisti provenienti da tutta Italia. Nel post la donna ripercorre la fasi del colpo che le ha riferito la madre, affermando anche che i rapinatori erano “zingari”. Nella prima testimonianza resa dalla madre alla polizia, la vittima ha parlato di due uomini che parlavano italiano con accento dell’Est Europa.
“A Firenze un problema di legalità legato alla presenza dei rom esiste, ed è innegabile” scrive la donna. “Ieri – continua – un’intera città si è mobilitata per dire no al razzismo: io posso assicurare ai nostri governanti che per le persone perbene come me e mia madre il problema non è la razza, è il rispetto delle leggi”