Dom 22 Dic 2024
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ToscanaCronacaFirenze, giornalisti: domani flash mob contro attacchi della politca

Firenze, giornalisti: domani flash mob contro attacchi della politca

La manifestazione si svolgerà, domani dalle 12 alle 13, in contemporanea, davanti alle prefetture dei capoluoghi di regione di tutt’Italia, per iniziativa della Fnsi e dell’Ordine nazionale dei giornalisti. E’ a rischio la libertà di stampa e di espressione garantite dalla Costituzione.

Al flash mob, secondo quanto annunciato, saranno presenti anche Monia Monni e Francesco Gazzetti, vice presidente e consigliere regionale Pd, che hanno annunciato l’adesione di Radio Londra – la voce dei resistenti.
Al fianco dei giornalisti anche Leonardo Marras, capogruppo del Pd in Consiglio regionale e la Cgil Toscana la cui segretaria, Dalida Angelini, non potrà essere fisicamente presente per impegni improrogabili.

Associazione stampa Toscana e Consiglio dell’Ordine dei giornalisti della Toscana organizzano per domani un flash mob, #giùlemanidall’informazione, davanti alla prefettura di Firenze in via Cavour, per “rispondere alle offese e agli attacchi portati negli ultimi giorni all’informazione da esponenti del governo e del Movimento 5 Stelle.

All’iniziativa di Firenze, insieme ai giornalisti, hanno fatto sapere, si spiega, “che ci saranno anche il presidente della giunta regionale della Toscana Enrico Rossi, il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani, il Comune di Firenze, oltre a esponenti politici e sindacali. L’invito a essere presente è naturalmente rivolto a tutti i cittadini.”

I presidenti di Ast e Ordine della Toscana, Sandro Bennucci e Carlo Bartoli, invitano i colleghi a intervenire per “dire basta attacchi ai giornalisti. Gli insulti e le minacce di Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista non sono soltanto l’assalto ad una categoria di professionisti, ma rappresentano anche e soprattutto il tentativo di scardinare l’articolo 21 della Costituzione e i valori fondamentali della democrazia italiana.”

“La manifestazione del 13 novembre – concludono Bennucci e Bartoli – è solo una prima risposta pubblica di quanti pensano di poter ridurre al silenzio l’informazione italiana.”