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🎧 Firenze: il Museo di Palazzo Davanzati riapre al pubblico

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🎧 Firenze: il Museo di Palazzo Davanzati riapre al pubblico
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Domani, sabato 24 settembre, dopo sei mesi di lavoro il Museo di Palazzo Davanzati riaprirà al pubblico, con un percorso espositivo arricchito e ripensato per essere didatticamente più fluido. La collezione esistente è stata riordinata in ordine temporale ed è stata integrata da un nucleo di opere in prestito temporaneo dalle collezioni e dai depositi del Museo Nazionale del Bargello.

2000 metri quadrati di superficie, 450 opere (a cui si aggiungono circa 2000 merletti) distribuite su 3 piani, 40 persone all’opera per un totale di 6 mesi di lavoro. Questi sono i numeri di Palazzo Davanzati, parte integrante del gruppo statale dei Musei del Bargello, che riapre al pubblico il 24 settembre 2022 dopo mesi di intenso lavoro – il museo è stato chiuso dal 23 marzo al 23 settembre – durante i quali il palazzo, che con i suoi quasi sette secoli di vita è tra i più antichi e meglio conservati edifici medioevali della città di Firenze, è stato completamente riallestito e rinnovato pur mantenendo intatto il fascino di antica dimora fiorentina come era stato pensato alla nascita del museo. Il percorso espositivo è stato arricchito con altre opere di alto valore artistico ed è stato ripensato per renderlo didatticamente più fluido.

“Dopo sei mesi di lavori torneremo a visitare e ad ammirare il Museo di Palazzo Davanzati completamente riqualificato, con un allestimento che non solo valorizza la collezione esistente ma prevede anche elementi di novità interessanti. – ha sottolineato la vicesindaca e assessora alla Cultura Alessia Bettini – Un palazzo ricco di storia e cultura che custodisce un patrimonio prezioso assolutamente da riscoprire”.

 

“Il Davanzati è il museo per eccellenza che esemplifica non soltanto il ruolo chiave degli antiquari e collezionisti attivi a Firenze tra fino Ottocento e primo Novecento nel diffonderne l’idea di Medioevo e Rinascimento fiorentino in Italia e nel mondo, ma anche l’impegno dello Stato italiano dal dopoguerra a oggi nel tutelare e rendere fruibile uno dei rari esempi di casa torre trecentesca e di museo dedicato alla vita privata a Firenze dal Trecento alla fine del Cinquecento – spiega Paola D’Agostino, direttore dei Musei del Bargello -. ll nuovo allestimento coniuga secondo un più razionale ordine cronologico, il riallestimento delle sale di rappresentanza e di vita privata, con l’inserimento di alcune sale ripensate secondo i più moderni criteri museografici, dedicate ad artisti, temi specifici o incentrate su manufatti singolarissimi, come la coperta Guicciarini”.

“Abbiamo portato avanti questo rinnovamento cercando di dargli un aspetto più vicino alla contemporaneità, – spiega il responsabile del Museo Daniele Rapino – per renderlo più accessibile alle nuove generazioni. C’è una grande ricerca per far sì che i giovani, che hanno sempre amato questo museo, trovino un percorso museale pensato per loro, più fluido dal punto di vista didattico. L’obiettivo è che il museo possa servire loro per capire meglio l’arte e lo sviluppo dell’arte nei 700 anni di vita di questo palazzo. Le opere d’arte sono state ridistribuite cronologicamente: i piani del palazzo fanno da cesura tra le varie epoche e già grazie a questa disposizione gli studenti e i visitatori hanno un primo input per comprendere le differenze tra l’arte del ‘300 e ‘400 e quella del ‘500 e del ‘600”.

“Abbiamo creato anche delle “isole culturali”, – continua Rapino – degli spazi appositi dove poter approfondire i contesti storici in cui sono nate le opere. Ad esempio attorno alla Coperta Guicciardini, che torna ad essere esposta al pubblico dopo trent’anni, abbiamo creato un ambiente in cui, grazie a oggetti e varie opere di grande valore artistico, vengono raccontate le vicende di quel momento storico. Inoltre abbiamo realizzato, grazie al finanziamento di Fondazione CR Firenze, un video dedicato ai bambini che, sotto forma di fumetto, illustra il significato delle scene ricamate sull’opera d’arte in tessuto. Al secondo piano abbiamo l’Armario, un raro mobile del 1530 realizzato per contenere le armi: abbiamo creato anche lì un ambiente in cui raccontare il mondo delle armi, la cultura cavalleresca e belligera del ‘500. Il terzo piano abbiamo creato la sala dedicata ai Trionfi dello Scheggia, fratello minore di Masaccio e anche lì abbiamo fatto la stessa operazione di approfondimento sulla cultura pittorica a Firenze soprattutto in ambito domestico. Abbiamo anche celebrato Elia Volpi, colui che nei primi anni del ‘900 ha realizzato la rinascita di questo palazzo, dedicandogli due salette”.

“Nell’affrontare il lavoro di progettazione degli allestimenti integrati del Museo di Palazzo Davanzati – racconta l’architetto Lorenzo Greppi – ho dovuto mediare tra le complessità che ne caratterizzano l’identità ovvero tra la dimensione museale e quella abitativa. Questo ha comportato da una parte una serie di scelte di allestimento fisico, attraverso l’uso di teche, vetrine e basi espositive e dall’altra un uso equilibrato della parte illuminotecnica alternando illuminazione puntuale e illuminazione diffusa là dove l’intenzione è quella di mostrare il singolo oggetto ma sempre all’interno di un contesto architettonico e di rimando alla vita domestica rinascimentale”.

All’interno dei celebri ambienti del Palazzo, dalla Sala dei Pappagalli alla Camera dei Pavoni fino alla camera con le storie tratte dalla leggenda medievale della Castellana di Vergi, accanto ad opere d’arte di Antonio Rossellino, Lorenzo Ghiberti, Maestro di Serumido, Jacopo del Sellaio, Mariotto di Nardo, si fanno spazio alcuni dei fiori all’occhiello del nuovo allestimento, suddiviso per epoca, dal primo piano, con opere e arredi del Trecento e Quattrocento, al secondo piano, con opere e arredi dal Cinquecento al Settecento, mentre il terzo piano accoglie la nuova sala dedicata ai merletti e ricami, una sala dedicata all’arte quattrocentesca fiorentina e la sempre affascinante cucina.

Una particolare attenzione, nel corso del lavoro di riallestimento, è stata voluta dedicare dal curatore alle nuove generazioni di studenti che potranno apprezzare il nuovo percorso espositivo dove l’evoluzione degli stili e della moda abitativa è didatticamente semplificata e al contempo meglio esplicitata, anche con l’ausilio di supporti audiovisivi e pannelli esplicativi.

Simona Gentili ha intervistato Paola D’Agostino, direttore dei Musei del Bargello