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Firenze, moda: export in calo fino al 23%

Moda

Il comparto moda vive una fase non facile stando al report dell’Ufficio studi della Camera di commercio: per l’area di Firenze la flessione delle esportazioni nel 2023 è stata del 7,2% per la pelletteria, del 7,7% per l’abbigliamento, del 15,5% per la maglieria e del 22,7% per le calzature.

la crisi del comparto moda assume un significato ancor più preoccupante se si considera che questi dati sono a fronte di un buon andamento complessivo dell’export per l’economia fiorentina (+2,5%). Il report è stato diffuso oggi alla Camera di commercio di Firenze durante un evento che ha visto dialogare il presidente della Camera Leonardo Bassilichi e l’imprenditore Brunello Cucinelli.

A livello nazionale le imprese che operano nel settore moda sono oltre 281mila (4,4% del totale delle imprese attive), di cui 34.662 in Toscana (7,8% del totale regionale) e 10.691 a Firenze (9,2% del totale nella città metropolitana). Per quanto riguarda gli addetti, sono quasi 844mila in Italia (4,3% del totale), 142mila in Toscana (10,8% del totale) e poco meno di 50mila a Firenze (12,5% del totale).

A Firenze il settore di riferimento è la pelletteria con il 46% delle imprese e il 55% degli addetti, il 21% delle esportazioni e il 45% del valore aggiunto manifatturiero. Tra le difficoltà che rimangono anche quella legata al reperimento delle figure qualificate.

Sulla moda ma anche per gli altri settori “abbiamo passato un periodo falsato da eventi straordinari in tutti i sensi per arrivare poi al picco post Covid. Oggi siamo in una fase non recessiva, non la voglio definire così, ma di un nuovo equilibrio tra prodotto e consumo. Il consumatore vuole pagare il giusto prezzo. Noi siamo al momento basati su un modello diverso, legato alle filiere, alle grandi quantità delle nostre multinazionali che rischiano di essere impreparati come imprese” ha dichiarato il presidente della Camera di commercio di Firenze Leonardo Bassilichi .

“La qualità è l’unica cosa che ci permette di sopravvivere in un mondo globale dove noi non siamo competitivi nella quantità – ha aggiunto Bassilichi -. Se facciamo un gioiello dobbiamo farlo di qualità, lo stesso vale per la borsa. State tranquilli che quel prodotto troverà sempre la possibilità di essere venduto nel mondo. Il lusso, quello vero, pagato per il prezzo giusto, piace a tutto il mondo. La paura dell’impresa porta a scendere, a tentare di aumentare la quantità, quella è mortale. Non ci sto alla superficialità della moda in crisi, questo è sbagliato”.

 

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