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Firenze: musei, conclusa la digitalizzazione delle opere della Galleria dell’Accademia

Un anno di successi per la Galleria dell’Accademia di Firenze: bilancio del 2023 e previsioni per il 2024 del museo

Foto di archivio

Conclusa la campagna di digitalizzazione delle opere che permetterà di ingrandire a dismisura ogni singolo particolare dei capolavori in alta definizione osservando anche dettagli invisibili a occhio nudo.

Si tratta, spiega una nota del museo, di un complesso e sofisticato lavoro iniziato in fase sperimentale nell’agosto 2019 con il trittico della Pentecoste di Andrea Orcagna, all’epoca in restauro, e che ha permesso, oggi, di digitalizzare oltre 75 tra dipinti, come le pale di altare di Pietro Perugino, Bronzino e Allori, fondi oro, strumenti musicali, statue in gesso, e, non ultimo, il modello in terra cruda del Ratto della Sabina del Giambologna ora disponibili online.

Il progetto è stato realizzato da Haltadefinizione che ha studiato ogni set up fotografico in modo da superare le diverse criticità materiche e logistiche riuscendo ad acquisire ogni tipo di superficie ad ogni altezza a prescindere dall’ambiente, dalla luce e dal materiale. La tecnologia Gigapixel è totalmente non invasiva, ogni aspetto della ripresa è studiato affinché non vi siano interazioni e rischi per l’opera d’arte oggetto della ripresa. Si basa sulla costruzione di un mosaico composto dall’unione di più macrofotografie dei dettagli di un unico soggetto. Centinaia, a volte migliaia di scatti fotografici con un alto livello di ingrandimento, cuciti insieme attraverso un processo chiamato ‘stitching’. Il risultato finale è l’immagine di un’opera composta da miliardi di pixel, che consente di ingrandire ogni singolo dettaglio decine di volte mantenendo una definizione altissima.

E’ possibile ammirare le opere digitalizzate al sito.

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