A Natale l’arcivescovo di Firenze, Gherardo Gambelli presiederà il 24 dicembre nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore la Veglia e la Messa della notte di Natale. Mentre il 25 dicembre celebrerà la Messa del giorno di Natale alle alle Piagge.
È solo una questione di stile? La domanda sorge spontanea dopo aver vissuto a Firenze per più di quindici anni la presenza di un Vescovo che si è distinto per la sua distanza dalla città reale. Il cambiamento sembra radicale e non è una questione di stile, bensì di sostanza. Quella sostanza di cui sono fatti i parroci, che stanno tra i fedeli, i non fedeli, le persone, i loro problemi. Una visione in linea con il Vescovo di Roma, il Papa – che per altro oggi compie 88 anni – che si era definito proprio come Papa parroco. A sottolineare un’urgenza per la Chiesa cattolica apostolica romana di tornare tra le persone. E così il nuovo Vescovo di Firenze, Gherardo Gambelli, non si fa vedere solo in bicicletta, ma decide di dedicare la messa di Natale – che per i cattolici è fatto importante – alla periferia. Sì proprio alle Piagge. “Il mio vuole essere un segno di attenzione alle situazioni sociali più complesse e disagiate e per questa volta ho scelto questo luogo”, ha detto. Dopo la messa Gambelli sarà al pranzo di Natale promosso dalla Comunità di Sant’Egidio a Spazio Reale a San Donnino. Mentre nei giorni precedenti il 19 dicembre celebrerà la messa per i detenuti nel carcere di Sollicciano e il 20 nella Cappella del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Careggi. Sembra appunto più un giro di un parroco che quello di un Arcivescovo, più di un prete delle periferie che di un alto prelato rinchiuso nella sua sede. Nel mosaico di una città in cerca di sé stessa, un Vescovo che è stato dieci anni in Ciad e poi ha fatto il cappellano in carcere, può essere una tessera di grande rilevanza.