Si formeranno a Firenze i futuri “manager del paesaggio agrario” grazie al primo master al mondo sugli Agricultural Heritage Systems del programma Giahs, dedicato ai siti patrimonio agricolo dell’umanità della Fao. Il master, che si aprirà domani, 15 gennaio per la durata di sei mesi e per il quale sono stati selezionati 25 studenti da 18 paesi del mondo, è supportato da Fao, Regione Toscana, Convention on Biological Diversity, World Bank, Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo e Università di Firenze.
Attualmente sono 57 i siti Giahs in 26 paesi del mondo: l’Italia ne conta due, la fascia degli oliveti da Assisi a Spoleto e i vigneti tradizionali del Soave, iscritti nel 2018.
Il master, secondo i suoi promotori, formerà figure in grado di ideare modelli gestionali del territorio agricolo e di progettare strategie che implementano pratiche sostenibili, che preservano i prodotti agricoli di qualità, i valori bioculturali legati al paesaggio, le conoscenze delle popolazioni locali per l’adattamento ai cambiamenti climatici e minimizzare il rischio idrogeologico. Inoltre, avranno le competenze per migliorare le condizioni economiche delle comunità rurali.
“Il progetto – ha sottolineato Mauro Agnoletti, professore della Scuola di Agraria dell’Università di Firenze e coordinatore del progetto – pone l’Italia fra i paesi più importanti del mondo che sostengono il programma Fao Giahs e la nuova visione dello sviluppo delle aree rurali che propone. Rappresenta anche una grande opportunità per la Toscana e Firenze per svolgere un ruolo-chiave nella formazione e nella ricerca su temi in cui l’Università di Firenze vanta esperienze decennali”.
“La Toscana – ha affermato la vicepresidente della Regione, Monica Barni – ha studiato e lavorato moltissimo sul tema del paesaggio, quindi è molto importante che in Toscana nasca una iniziativa di questo tipo, che vede lavorare insieme l’Università di Firenze con un programma importantissimo della Fao. La Toscana riconosce il paesaggio come un valore fondamentale del proprio territorio, in termini naturalmente economici, pensiamo al turismo, ma anche in termini culturali.”