Toscana, non ci fu tortura nel carcere di Sollicciano. A deciderlo il gup di Firenze Silvia Romeo che ha derubricato il reato contestato dalla procura in lesioni aggravate e ha condannato, in abbreviato, un’ispettrice della penitenziaria e altri otto agenti a pene fino a 3 anni e 6 mesi.
Sono caduti alcuni episodi di falso e calunnia, assolto un agente, che aveva chiesto l’abbreviato, e prosciolti due medici in servizio nel carcere, accusati di aver raccontato un’altra versione su due detenuti aggrediti. La procura aveva chiesto otto anni per l’ispettrice, ritenendola l’istigatrice dei pestaggi, e pene tra 1 e 7 anni per gli altri imputati.
L’inchiesta esplose nel gennaio 2020, con l’arresto della ispettrice, un agente e un assistente capo. Per altri sei agenti, scattarono le misure interdittive. Al centro dell’inchiesta, tre presunti pestaggi, avvenuti tra il 2018 e il 2020.
Nell’ufficio dell’ispettrice sarebbe avvenuto il più violento degli episodi contestati, il 27 aprile 2020, vittima un detenuto, colpevole di aver protestato insultando un agente. L’uomo sarebbe stato portato nell’ufficio e poi, davanti all’ispettrice, picchiato da sette agenti con pugni e calci fino a lasciarlo a terra senza fiato e procurandogli la frattura di due costole.
Prima di essere portato in infermeria, sarebbe stato inoltre condotto in una stanza di isolamento, costretto a togliersi i vestiti e lasciato nudo per alcuni minuti per umiliarlo. Nell’inchiesta erano coinvolti anche due medici della Usl Toscana centro in servizio nel carcere fiorentino, accusati di falso materiale e commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici, di omessa denuncia di reato da parte di pubblico ufficiale e di favoreggiamento.
I due professionisti sono stati prosciolti dalle accuse. Ma per la procura, in due distinti episodi, avrebbero coperto gli autori dei pestaggi omettendo di visitare i detenuti che venivano portati in infermeria dopo le violenze, certificando come lievi lesioni che invece avevano una prognosi reale di oltre 20 giorni