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Firenze, presentato progetto per vittime d’odio e razzismo

progetto v start

‘V Start – Sensibilizzazione e lavoro di rete per le vittime dei crimini d’odio’, questo il nome del progetto presentato oggi a Firenze che coinvolge anche Germania,Croazia e Austria.

Una ricerca sull’accoglienza per le vittime dei crimini d’odio, un manuale per operatori e una guida per le vittime di razzismo. Sono i contenuti del progetto internazionale ‘V-Start-sensibilizzazione e lavoro di rete per le vittime dei crimini d’odio’, finanziato dal programma Justice dell’Unione europea e realizzato in Italia da Cospe, con il cofinanziamento della Regione Toscana. Il progetto, presentato oggi a Firenze, oltre all’Italia coinvolge anche Croazia, Austria e Germania, ed è incentrato sulla protezione delle vittime dei crimini razzisti e omofobici.

La ricerca mappa 38 strutture dedicate in tutta Italia, mentre l’obiettivo del manuale, che si rivolge ad operatori pubblici e del privato sociale, è fornire strumenti e conoscenze di base per riconoscere il problema e rispondere alle esigenze primarie delle vittime. Infine, la guida per le vittime, tradotta in inglese, francese o arabo, vuole aiutare coloro che subiscono aggressioni o offese di tipo razzista, omofobico o a causa della propria disabilità ad acquisire consapevolezza in merito a quanto successo, suggerendo possibili soluzioni.

Secondo l’assessore regionale al diritto alla salute e al sociale Stefania Saccardi ‘V-Start’ è “un bel lavoro, sempre più attuale: purtroppo il clima nel quale viviamo oggi non aiuta l’accoglienza, l’attenzione alle differenze. Crediamo che debba esserci un impegno dei soggetti pubblici e delle istituzioni”. Per Udo Enwereuzor di Cospe onlus serve “fare una ricognizione dell’esistente” ed “è utile diffondere la conoscenza”. Ornella Galeotti, sostituto procuratore del Tribunale di Firenze, ha definito ‘V-Start’ “un altro faro di speranza per il nostro paese”. Per Vittoria Doretti, responsabile regionale Codice rosa, “più grande alleata della violenza è la solitudine”, conta “non solo la cura, ma anche il prendersi cura, nel rispetto di chi si ha di fronte”.

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