Lo ha detto il presidente della corte di appello di Firenze Margherita Cassano nella sua relazione per l’apertura dell’anno giudiziario. ‘Indisponibilità apparecchi videoconferenze’
Riguardo alle “procedure di protezione internazionale” per i migranti “si registra un rilevante arretrato ascrivibile alla esiguità delle risorse umane rispetto al numero degli affari. Tale arretrato preoccupa, perché incide sui diritti fondamentali delle persone e sulle loro legittime aspettative di vita”. Lo ha affermato il presidente della corte di appello di Firenze Margherita Cassano nella sua relazione per l’apertura dell’anno giudiziario.
“Basti pensare – ha aggiunto – che l’arretrato della Commissione territoriale di Firenze e delle altre Sezioni distaccate ammonta complessivamente a 8.400 pratiche, nonostante che la sola Commissione territoriale di Firenze valuti ogni mese mediamente ben 240 domande”. Dinanzi alla Sezione specializzata del Tribunale di Firenze, costituita nell’agosto 2017, “risultavano pendenti, alla data del 12 settembre 2018, complessivi 5577 procedimenti, pur in presenza di un forte impegno lavorativo dei giudici che dal 17 agosto 2017 al 12 settembre 2018 hanno definito 1768 procedure”. “Dopo la recente riforma legislativa (d.l. 13/2017) – ha aggiunto – devono essere segnalati in particolare due fattori di rallentamento nella trattazione delle procedure.
Le Commissioni territoriali non effettuano le videoconferenze previste dalla legge come documento del colloquio avvenuto a causa dell’indisponibilità delle relative apparecchiature che, all’esito delle gare, devono essere fornite dal Ministero dell’Interno; a ciò consegue l’obbligatorietà di replica dell’esame da parte del Tribunale competente a decidere i reclami avverso le decisioni delle Commissioni territoriali, atteso che l’audizione è il principale strumento di prova nel giudizio di protezione internazionale caratterizzato dall’attenuazione dell’onere della prova e dal potere-dovere di cooperazione istruttoria del decidente. Inoltre, le Commissioni territoriali si trovano nell’impossibilità di trasmettere gli atti al Tribunale con le modalità previste dalla legge a causa dalle mancata adozione del decreto direttoriale d’intesa fra Ministero della Giustizia e Ministero dell’Interno”.