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Firenze: scoperta nuova violenza dello ‘stupratore seriale’ del Varlungo

ragazzino

Nel pomeriggio di oggi, i Carabinieri della Compagnia di Firenze Oltrarno hanno notificato un’ulteriore ordinanza di custodia cautelare in carcere  a carico di Arnaut Mustafa,25enne pluripregiudicato, già rinchiuso nel carcere di Sollicciano per altri tre casi di stupro, commessi tra agosto 2017 e settembre 2018

Nel pomeriggio di oggi, i Carabinieri della Compagnia di Firenze Oltrarno hanno notificato un’ulteriore ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Firenze, su richiesta del Sost.Procuratore della Repubblica Dott.ssa Beatrice Giunti, per i reati di tentata violenza sessuale aggravata, rapina e lesioni personali, a carico di Arnaut Mustafa, il  25enne pluripregiudicato, già rinchiuso nel carcere di Sollicciano per altri tre casi di stupro, commessi tra agosto 2017 e settembre 2018, nella zonda del Varlungo a Firenze,  ai danni di una donna italiana, di una cittadina giapponese e di una ragazza originaria della Mongolia.
Quest’ultima ordinanza riguarda un quarto episodio verificatosi a inizio giugno 2018. Nella circostanza, una studentessa brasiliana, dopo essere stata anche lei vittima di tentata violenza sessuale e lesioni e rapinata del proprio cellulare mentre transitava nottetempo sul ponte di Varlungo, ha denunciato i fatti ai Carabinieri l’11 luglio successivo, dopo aver appreso dell’analogo episodio di cui era rimasta vittima la ragazza giapponese a fine giugno.
La 19enne brasiliana ha riferito che, mentre camminava sul viadotto, di rientro a casa, era stata avvicinata da un individuo a lei sconosciuto che, dopo averle detto ‘vieni qui’ ed essersi abbassato i pantaloni, l’aveva afferrata per i capelli colpendola con schiaffi e pugni in faccia. Fortunatamente, la reazione della donna, messasi immediatamente ad urlare, aveva attirato l’attenzione di un passante, la cui presenza aveva messo in fuga l’aggressore, non prima però che questi riuscisse ad impossessarsi del cellulare della vittima.
L’attività investigativa avviata congiuntamente dai Carabinieri del Nucleo Operativo di Oltrarno e della Stazione di Firenze Ricorboli,  veniva sviluppata su più fronti grazie alla descrizione dettagliata fornita dalla vittima e dal passante che aveva messo in fuga l’aggressore e all’acquisizione di una serie di tabulati, che consentivano di riscontrare sia l’utilizzo dell’apparecchio da parte dell’assalitore che la sua presenza sul posto dell’aggressione. Determinante, oltre a tali accertamenti, è stato il successivo riconoscimento fotografico dello stupratore da parte della vittima.
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