A comunicarlo è l’associazione «Leopolda Viva», che raccoglie i residenti del quartiere. Si tratta della replica dell’esperimento che era già stato proposto nel maggio 2023 e nell’estate 2023., contro le continue spaccate alle auto e i tentativi di effrazione nei garage e nelle terrazze.
Alla fine hanno deciso di pagarselo (di nuovo) di tasta propria. Parliamo del servizio di vigilanza privata che è stato nuovamente ingaggiato dagli abitanti del comprensorio dietro la stazione Leopolda, tra via Bausi e via Michelucci a Firenze, dove vivono circa 400 famiglie. A comunicarlo è l’associazione «Leopolda Viva», che raccoglie i residenti del quartiere.
Di nuovo perché si tratta della replica dell’esperimento che era già stato proposto nel maggio 2023 e nell’estate 2023., contro le continue spaccate alle auto e i tentativi di effrazione nei garage e nelle terrazze. Allora furono raccolti 5mila euro per il servizio di vigilanza privata. Il nuovo round comincerà il 10 agosto e andrà avanti forno al 31. Con due guardie guidare in servizio pattiugliamento, ogni notte, tra le 23 e le 6, con tre passaggi a piedi nel rione.
«La decisione – spiega al Corrierefiorentino il presidente di Leopolda Viva, Giovanni Matino – è stata presa sebbene la situazione del quartiere non presenti le gravi criticità riscontrate nell’estate 2023, tenendo comunque conto del fatto che diversi residenti si allontaneranno questo mese dalle proprie abitazioni per andare in vacanza, e considerato il lavoro positivo realizzato la scorsa estate dall’impresa di vigilanza, la cui attività di presidio e di controllo ha scongiurato il perpetrarsi degli episodi di microcriminalità precedentemente verificatisi».
Un servizio comunque che, almeno nelle premesse e nelle parole dell’associazione, non è ima polemica ma in supporto all’azione delle Forze dell’ordine e del Comune.  Nella speranza, spiega ancora Marino, che palazzo Vecchio intraprenda quanto prima “un percorso idoneo a garantire condizioni di migliore vivibilità e tranquillità nell’intera città », anche grazie alla «costante attività di coordinamento svolta con le istituzioni preposte alla sicurezza e con i comitati di quartiere».