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Firenze: spacciano nel parco con ‘offerte promozionali’ whatsapp

Questa l’accusa per la quale sei uomini di età compresa tra i 22 e i 31 anni sono stati arrestati dalla polizia a Firenze. Altri tre sono ricercati.

Spacciavano hashish e cocaina nell’area del parco di San Salvi, a Firenze, invitando i clienti più affezionati anche attraverso ‘offerte promozionali’ inviate con whatsapp. Le manette sono scattate a seguito di una misura di custodia cautelare in carcere disposta dal gip Anna Liguori su richiesta del pm Giovanni Solinas.

Gli arrestati, spiega la polizia, avevano ereditato la clientela di un altro gruppo di pusher nordafricani, finiti in carcere nell’ottobre del 2016 per spaccio all’interno del parco.
Tra i clienti più affezionati anche alcuni minorenni, una mamma che andava a comprare le dosi portando il bimbo nella carrozzina, e un meccanico della zona che andava a comprare la droga con le auto dei clienti.

Le indagini, condotte dagli investigatori del commissariato di polizia di San Giovanni, sono durate quasi due anni. Nel corso di questo periodo i pusher, che spacciavano sia di giorno che di notte e anche nei pressi di alcune scuole superiori, sono stati ripresi con delle videocamere dagli agenti, nascosti in alcuni edifici della zona.

Nel corso dei controlli nel parco, effettuati anche con l’aiuto dei cani antidroga, la polizia ha sequestrato numerose dosi, alcune delle quali piazzate in una casetta per gli uccelli. Lo spaccio, sempre in base a quanto accertato, non avveniva solo nel parco: i magrebini effettuavano anche consegne in varie parti della città.

La polizia, in base a quanto emerso nel corso delle indagini, non esclude che i pusher, oltre a continuare l’attività di spaccio avviata dal gruppo di malviventi arrestati nel 2016, abbiano lavorato proprio per loro conto. Tra i due gruppi infatti sarebbero stati accertati alcuni contatti.

In particolare, nel marzo del 2017 uno degli spacciatori finiti in manette nei giorni scorsi si sarebbe recato a casa di uno dei capi del gruppo sgominato nel 2016, sottoposto agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Sempre secondo quanto accertato dalla polizia, complessivamente intorno al parco di San Salvi avrebbero gravitato circa 150 clienti.

 

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