Lun 23 Dic 2024
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ToscanaCronacaFirenze, tavolini: da dicembre si cambia

Firenze, tavolini: da dicembre si cambia

Lo ha detto l’assessore al commercio del Comune di Firenze, Federico Gianassi. Previsto percorso di partecipazione “per arrivare alla migliore scelta possibile insieme con tutti gli interlocutori”

Un “percorso di partecipazione con tutti gli interlocutori che possono darci un contributo per la migliore scelta possibile” lo prevede l’ l’assessore al commercio di Firenze Federico Gianassi, che ne ha parlato in occasione del convegno ‘Firenze e Venezia nel day after #covid’

Al percorso, dice Gianassi, verranno chiamate a partecipare “le associazioni di categoria, i comitati dei residenti, la sovrintendenza, e i quartieri perchĂ© è un modello che può avere dato risultati diversi da quartiere a quartiere. Questo percorso di confronto e partecipazione ci aiuterĂ  ad arrivare entro la fine di dicembre con una proposta che cerchi la migliore soluzione possibile per Firenze”.

“Nel 2020 e 2021 per rispondere all’emergenza Covid e sostenere le imprese della somministrazione a Firenze  abbiamo previsto un regolamento eccezionale che ha consentito un maggior utilizzo del suolo pubblico. Scade il 31 dicembre ed entro questa data vogliamo approvare un nuovo modello che salvaguardi quello che ha funzionato in questa esperienza biennale e limiti invece gli eccessi che talvolta si sono verificati” ha sottolineato Gianassi.

“Per “limitare alcuni eccessi del commercio nel centro storico” di Firenze, ha poi aggiunto l’assessore “in questi anni il Comune ha lavorato molto con strumenti innovativi”. In particolare, ha spiegato, “abbiamo giĂ  adottato due vincoli: uno è il blocco per l’apertura di nuove attivitĂ  di somministrazione nel centro storico e l’altra è il blocco dell’apertura di nuovi minimarket. Esiste un blocco che ha durata triennale e scadrĂ  quindi nel 2023 che non consente l’apertura di queste nuove attivitĂ  proprio per impedire un eccesso delle stesse tipologie di attivitĂ  e dall’altro lato aiutare attivitĂ  piĂą precarie, come quelle artigianali, a resistere e diffondersi nel centro storico”.