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🎧 Fiumi pensili: cosa sono e perché è necessario un intervento strutturale

Monia Monni Orbetello

©Controradio

I fiumi pensili e gli alvei crollati sotto le piogge straordinarie alla base degli allagamenti nelle zone industriali del pratese. “Sono fiumi con argini rialzati rispetto alle fabbriche, ora si tratta di capire come intervenire preventivamente a livello strutturale”, ha detto l’assessora con delega alla Protezione Civile, Monia Monni. 

Nuovo punto sul maltempo, oggi in Regione, dove emerge anche la questione fiumi pensili. Spiega l’assessora con delega alla Protezione Civile, Monia Monni, “che questi sono fiumi – il torrente Agna nel pistoiese, ad esempio (n.d.r.) – rispetto ai quali la zona industriale si presenta sotto di diversi metri. Con l’evento eccezionale, l’acqua ha cominciato a scavare il letto del fiume facendolo franare di tre metri. Ciò ha comportato la deviazione dell’acqua in mezzo alle fabbriche. Oggi, abbiamo un deposito di materiali portati dal fiume di oltre un metro e mezzo. Sono fiumi cinquecenteschi con uno sviluppo di centinaia di chilometri, pensati per un periodo di urbanizzazione che non è quello odierno. Intervenire in queste condizioni diviene complesso e costoso. Bisogna capire come affrontare la situazione da un punto di vista strutturale”. La Regione Toscana – fa sapere Monni – investe ogni anno 200 milioni di euro in opere di difesa del suolo e, in questo momento, sono stati investiti quasi 700 milioni in cantieri di opere idrauliche. Solo il Consorzio di bonifica ha impegnato, negli ultimi cinque anni, nell’area del Bisenzio, 85 milioni di euro.  “Complesso intervenire in modo tempestivo, dal momento in cui si stanziano le risorse a quando si realizzano le opere possono passare degli anni, e questo è certamente un tema da discutere”. Facendo eco a quanto detto stamani, durante la presentazione della terza edizione di Earth Technology Expo (15-18 novembre Fortezza da Basso) dal presidente della Fondazione, Erasmo D’Angelis, altro punto su cui riflettere è la delocalizzazione. “Nelle aree di pianura, forse per alcune zone si devono ipotizzare processi di delocalizzazione delle attività – ha concluso Monni – perché il rischio zero non esiste”.  Sul maltempo, il presidente della Regione Eugenio Giani, dice: “Stanotte è andata bene non vi sono state criticità, abbiamo fatto le corse con il Genio Civile, con i Consorzi di bonifica, con tutti quelli che avevano le competenze per aiutarci, ringrazio anche chi ci ha aiutato per risistemare gli argini e garantire una situazione di sicurezza. Siamo ancora a lottare con il fango. Ci stiamo impegnando a fondo su quello che è lo smaltimento dei rifiuti, proprio per questo, rispetto alle due ordinanze precedenti, ne ho fatta una terza che porta i rifiuti speciali, che ho definito alluvionati commissariati, ad essere raccolti anche nei capannoni delle imprese da Alia e poi fatturati al Commissario, cioè al sottoscritto, affinché le aziende possano ripartire prima”. “Con il Governo sono in contatto costante, le condizioni per passare dai 5 milioni a uno stanziamento maggiore per far fronte alle prossime iniziative le discuteremo il prossimo 16 novembre quando verrà il direttore della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, ad accompagnare il Ministro per la Protezione Civile, Nello Musumeci. Un lavoro che facciamo con i piedi nel fango ossia con l’impegno e la presenza costante; devo agire e mettere al corrente dello stato della situazione e spero che questo serva a mettere a disposizione le risorse che potranno arrivare il prima possibile”. 
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