La Toscana “rischia di essere divorata dalla mafia in quanto le cosche fanno quello che vogliono”, “il principale punto debole è quello che in Toscana esiste la auto-omertà, ossia la paura di affrontare la mafia in modo effettivo e non a parole. La paura di ammettere che la mafia e la criminalità organizzata sono molto presenti. La paura di dover riconoscere che in Toscana si sversano i rifiuti”. E’ quanto denuncia un rapporto dell’osservatorio OmCom presentato stamani a Firenze dalla Fondazione Caponnetto sui lungarni nel giardino dedicato al magistrato Antonino Caponnetto.
In regione “la questione rifiuti determina un cambiamento epocale nel disagio che subisce la Toscana. Nel 2013 la camorra sversava.
Nel 2017 imprenditori locali sversano e ci sono intercettazioni choc, paragonabili a quelle dei peggiori camorristi” con frasi tipo “‘che muoiano i bambini non m’importa’”. Il report riassume varie criticità emerse nella regione Toscana in tempi attuali.
“Nel 2017 al mercato ortofrutticolo di Firenze un imprenditore locale si rivolgeva alla ‘ndrangheta per riscuotere un debito”, “negli ultimi anni vi sono state operazioni al porto di Livorno che hanno dimostrato l’interesse criminale della ‘ndrangheta che lo utilizza per i suoi traffici. Quando un’organizzazione criminale usa un porto, in parte lo controlla”. Inoltre sempre Fondazione Caponnetto e OmCom ricordano che “nel biennio 2019-2020 ci sono state numerose operazioni antimafia tra cui il caso delle cosche calabresi interessate alla Stazione Foster”, nel tunnel Tav sotto Firenze, “oppure del commissariamento di
una importante azienda calabrese che si occupa di manutenzione strade e rifiuti”.
A Firenze e nell’hinterland “sono ben presenti sia gruppi riconducibili alle famiglie mafiose
siciliane, calabresi e campane che gruppi criminali più o meno organizzata di nazionalità straniera in particolare albanesi, nordafricani e nigeriani-gambiani” mentre sull’asse con Prato la mafia cinese ha clan “forti e radicati”. Lo dice un focus dedicato alla città di Firenze nel rapporto dell’osservatorio OmCom della Fondazione Caponnetto sulle mafie e sul loro radicamento nel territorio. Il report rivela, tra l’altro, che “l’area Firenze, Prato ed Osmannoro è considerata centrale a livello nazionale per la mafia/criminalità organizzata” cinese e “ultimamente è emerso che per i canali internazionali di riciclaggio si servono pure di un canale comune con i clan calabresi”. Il rapporto evidenzia varie criticità a Firenze dovute a usura, riciclaggio, intermediazioni e acquisti immobiliari, scommesse, spaccio, anche il fenomeno dei parcheggiatori abusivi. Secondo il presidente della Fondazione Caponnetto Salvatore Calleri “in un periodo così difficile economicamente, è necessario cambiare registro rapidamente. Bisogna agire prima che i fenomeni criminali avvengano per contenerli e combatterli in modo più efficace. Bisogna quando dei soggetti acquistano dei beni o subentrano in delle attività, domandarsi: chi sono? Cosa fanno? Di chi sono amici?Di chi si circondano? Da dove prendono i soldi? Se le cinque domande non ricevono risposte chiare ed adeguate siamo di fronte ad un rischio criminale altissimo”.