Mer 18 Dic 2024
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Fondazione Cr stanzia 8,8 milioni a sostegno del settore dell’arte e dei beni culturali in Toscana

Sono stati stanziati 8,8 milioni dalla Fondazione Cr Firenze, ne beneficeranno 292 realtà delle 434 che hanno partecipato ai cinque bandi lanciati lo scorso ottobre.

Le risorse stanziate dalla Fondazione Cr Firenze a sostegno del settore dell’arte e dei beni culturali per il 2023 ammontano a 8,8 milioni. Saranno 292 realtà a beneficiarne fra istituzioni, musei, teatri e operatori. In una nota viene ricordato che lo scorso ottobre, la Fondazione ha lanciato cinque bandi diversi nell’ambito del settore dell’Arte, attività e beni culturali. I bandi erano finalizzati alla selezione di richieste di contributo destinate al supporto di progetti che vanno dallo spettacolo dal vivo, allo sviluppo dei luoghi della cultura fino ad arrivare al restauro di beni mobili ed immobili di interesse storico ed artistico sul territorio.

Le richieste che sono arrivate alla Fondazione sono 434, provenienti dai territori di Firenze, Arezzo e Grosseto, per contributi pari ad un totale di circa 13,5 milioni di euro. Il cda della Fondazione ha accolto quindi il 63% delle richieste arrivate, sostenendo contributi per 4,070 milioni di euro a sostegno di 273 progetti tra quelli presentati. Inoltre, bisogna aggiungere a questi ultimi le erogazioni ad istituzioni e progetti con partner sul territorio o promossi in maniera diretta dalla fondazione che valgono altri 4,8 milioni.

Gabriele Gori, direttore generale di Fondazione Cr Firenze ha affermato che “La cultura  in generale  rappresenta  anche quest’anno una delle missioni più importanti per la Fondazione, anche e soprattutto a tutela dell’enorme patrimonio del nostro territorio, che si distingue per le sue tante eccellenze e per una straordinaria vivacità culturale. È vero, impegniamo risorse importanti a sostegno delle grandi istituzioni ma i numeri dimostrano anche l’attenzione che la Fondazione presta anche ai piccoli operatori culturali che continuano a proporre un’offerta di qualità nonostante la loro storica difficoltà di accesso alle altre risorse disponibili”.