È definitiva la condanna per Rodolfo Fiesoli, 78 anni, il ‘profeta’ e fondatore della comunità Il Forteto per minori disagiati a Vicchio del Mugello, in provincia di Firenze, al centro di una vicenda di maltrattamenti e abusi.
Dovrà espiare 13 anni, 10 mesi e 2 giorni di reclusione Rodolfo Fiesoli, il ‘guru’ della comunità Il Forteto del Mugello. Questa la pena residua che Fiesoli dovrà scontare nel carcere di Padova, dove si trova recluso, come è stata calcolata nell’ordine di esecuzione per la carcerazione firmato dal procuratore generale di Firenze Marcello Viola. Ieri la Cassazione ha condannato Fiesoli in via definitiva a una pena di 14 anni e 10 mesi di carcere a cui vanno sottratti i periodi di custodia cautelare in carcere e ai domiciliari a cui è stato già sottoposto, per un totale di 11 mesi e 28 giorni. Ieri sera dopo il pronunciamento della Suprema Corte Fiesoli, difeso dagli avvocati Lorenzo Zilletti e Oliviero Mazza, si è costituito al comando provinciale dei carabinieri di Padova, dove ha atteso l’emissione dell’ordine di carcerazione. Prima di entrare nel carcere di Padova ha dato mandato ai suoi legali di fare ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo
L’uomo, che fino a ieri si trovava nella residenza sanitaria per anziani Sanatrix di Aulla (Massa Carrara), era irreperibile da ieri mattina ma in serata si è consegnato ai carabinieri di Padova, città nella quale si è recato accompagnato dalla moglie perché è nel carcere della città veneta che avrebbe voluto scontare a pena. In un primo momento Fiesoli si era diretto nel carcere di Padova ma il personale non ha ammesso la sua richiesta di costituirsi perchè ancora non era disponibile l’ordine di esecuzione della Procura generale. Quindi il carcere di Padova lo ha indirizzato verso il comando generale di carabinieri. Per molti anni ‘Il Forteto’ è stata considerata una delle principali comunità di recupero per minori provenienti da famiglie disagiate, che vi venivano inviati dal tribunale dei Minori di Firenze in progetti di assistenza. Ma diverse volte, nel corso del tempo, il Forteto è finito al centro di vicende giudiziarie, anche con condanne: nonostante tutto ha sempre proseguito la sua attività. Dopo la sentenza di oggi è definitiva anche la condanna a 6 anni e quattro mesi per Daniela Tardani, una delle madri affidatarie che in queste ore sta aspettando l’ordine di esecuzione del suo arresto in carcere dentro la caserma dei carabinieri di Borgo San Lorenzo (Firenze). Il caso del ‘Forteto’ era approdato in Cassazione il 22 dicembre 2017, in quella occasione la Suprema Corte aveva confermato la responsabilità penale di Fiesoli, rinviando ad un appello bis per la rivalutazione di un singolo capo di imputazione. Dopo quella sentenza, il ‘guru’ venne arrestato, ma poi rilasciato perché la condanna non era ancora definitiva. Immediate le reazioni del mondo politico: “Sono stata la promotrice della commissione d’inchiesta sui fatti del Forteto, affinché le responsabilità di ciò che è accaduto nella comunità toscana possano essere accertate anche da una indagine parlamentare – ha commentato la senatrice M5s Laura Bottici – Continueremo il nostro lavoro alla ricerca della verità e della giustizia: lo dobbiamo a tutte le giovani vittime e alle loro famiglie”. Sulla stessa scia la deputata di Forza Italia Annagrazia Calabria: “La giustizia ha fatto il suo corso, ora spetta alla politica fare altrettanto. Va insediata quanto prima la Commissione parlamentare di inchiesta che ha il dovere di fare luce su tutti i responsabili che hanno permesso per così tanti anni ignobili violenze ai danni dei più deboli”.