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Fp-Cgil, lavoratori di Aamps, contrari alla chiusura del termovalorizzatore del Picchianti. Proclamato stato di agitazione

Fp-Cgil

Livorno, Giovanni Golino, segretario generale Fp-Cgil provincia di Livorno, interviene contro la previsione di chiusura del termovalorizzatore del Picchianti nel 2023, così come indicato dal Comune all’azienda AAMPS.

“I lavoratori di Aamps, ribadendo la loro contrarietà alla chiusura del termovalorizzatore del Picchianti, hanno proclamato lo stato di agitazione – dice segretario generale Fp-Cgil – È inconcepibile che l’Amministrazione comunale e l’azienda non siano disponibili al confronto: la loro decisione unilaterale di chiudere il termovalorizzatore a fine 2023 è una scelta puramente ideologica. Una scelta sbagliata. Profondamente sbagliata”.

“Dal punto di vista ambientale i benefici legati allo spegnimento del termovalorizzatore non ci sono – sottolinea in una nota Fp-Cgil. – Già oggi infatti, grazie alla professionalità dei lavoratori Aamps, le emissioni dell’impianto sono costantemente monitorate e il loro livelli, non solo sono ampiamente sotto i limiti di norma, ma rispettano gli standard delle migliori tecnologie disponibili, le così dette Bat”.

Per Golino, “dal punto di vista della tutela ambientale il termovalorizzatore del Picchianti rappresenta un’eccellenza a livello nazionale. La chiusura del termovalorizzatore, invece, genererà conseguenze negative dal punto di vista ambientale. L’indifferenziato fino ad oggi conferito al Picchiati verrà inevitabilmente smaltito in discarica fuori città con l’incremento dell’inquinamento legato al traffico su gomma”.

Inoltre “la chiusura del termovalorizzatore genererà inoltre pesanti ripercussioni negative dal punto di vista economico. L’amministrazione comunale e l’azienda vorrebbero realizzare nuovi impianti, ma nessuno di questi è sostitutivo al termovalorizzatore, quindi ad oggi non sono pronte alternative al nostro impianto, e quelli oggi promessi molto difficilmente entreranno in funzione prima del 2028. Fino all’entrata in funzione di questi impianti i rifiuti indifferenziati dovranno perciò esser smaltiti altrove, con inevitabili maggiori costi per tutti i cittadini livornesi. Per non parlare dei mancati ricavi legati alla vendita dell’energia prodotta dall’impianto”.

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