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Fridays For Future torna nelle piazze per il VI sciopero per il clima

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Fridays For Future torna nelle piazze per il VI sciopero per il clima
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Indetto per oggi il primo dopo il lockdown. Il movimento chiede ai governi di attuare la transizione ecologica nel rispetto della giustizia sociale, facendo ricadere i costi sulle aziende che hanno guadagnato inquinando, come quelle del settore dei combustibili fossili.

Interviste di Monica Pelliccia a Paola Imperatore, dottoranda scienze politiche, e Margherita Razzi, liceale, entrambe del movimento Fridays For Future Pisa 

 

Fridays For Future è oggi nuovamente in piazza in tutta Italia. In piĂą di 100 cittĂ  sono previsti presidi studenteschi: “scioperiamo da una giornata di scuola o di lavoro per inchiodare le persone al potere di fronte alle loro responsabilitĂ  e al loro tradimento”, dicono gli organizzatori. AffinchĂ© l’adesione sia sicura per tutti, Fridays for Future si impegna a rispettare le disposizioni di sicurezza per la protezione contro il coronavirus. Le azioni varieranno di cittĂ  in cittĂ  in modo da poter garantire ovunque la sicurezza dei partecipanti. “Siamo di nuovo in piazza. Nonostante ci troviamo in una pandemia globale, la crisi climatica non si è fermata. Anzi, continua ad essere ignorata e trascurata dalle persone al potere. La crisi sanitaria – scrivono gli organizzatori – ci ha mostrato le contraddizioni dell’attuale sistema economico e sociale, e ci ha costretti ad affrontare la realtĂ  ascoltando la scienza e trattando una situazione di emergenza come tale. Nonostante questo, nessun governo – nemmeno quello italiano – ha iniziato ad ascoltare sul serio gli allarmi che la comunitĂ  scientifica ripete da anni. L’avviso è chiaro: rischiamo di spingerci troppo in lĂ . Continuando a immettere CO2 in atmosfera ai livelli attuali supereremo il riscaldamento globale di 1,5°C, il limite sicuro per evitare di innescare reazioni a catena irreversibili che sconvolgerebbero la vita umana sulla Terra. Gli incendi, gli uragani, la siccitĂ , la distruzione dei raccolti, le alluvioni e le migrazioni stanno mietendo vittime oggi e di anno in anno rendono la vita sempre piĂą difficile a milioni di persone in tutto il mondo. PerchĂ© tutto questo ancora non basta ai nostri politici per decidersi ad agire? PerchĂ© tocca ancora noi – ragazzi, studenti, lavoratori – scendere in strada e cercare di scuoterli? Questo decennio è cruciale: le scelte che facciamo, le politiche che adottiamo sono determinanti per il futuro della nostra e delle prossime generazioni. A partire dal 2020 la curva delle emissioni deve iniziare a calare, e per farlo è vitale avviare la transizione ecologica. Ogni paese dovrĂ  fare la sua parte, rispettando gli Accordi di Parigi in cui ha stabilito di fare di tutto per evitare il peggio. Questa pandemia è stata – ed è ancora – una tragedia. Ma molti scienziati ed economisti parlano chiaro: le misure per la ripartenza ci possono permettere di avviare la riconversione ecologica, risollevando l’economia – creando nuovi, diversi lavori – e risolvendo allo stesso tempo molti problemi sociali del nostro paese”. Insieme a decine di esperti e associazioni, Fridays for Future ha raccolto nella campagna ” Ritorno al Futuro” molte proposte concrete ( https://ritornoalfuturo.org/le-proposte/ ) per il governo italiano. “Il tempo per evitare il collasso climatico sta per finire – affermano i giovani attivisti – ma arrendersi significa destinarci a un futuro nel caos, e non lo accettiamo. Dobbiamo affrontare la realtĂ  e trattare la crisi climatica come una crisi”. Vogliamo che la politica dia la prioritĂ  alla sopravvivenza dell’umanitĂ  piuttosto che all’aviditĂ  di pochi. Vogliamo un’economia basata sul benessere delle persone e la tutela degli ecosistemi e non piĂą sul PIL, un’Europa che si impegni a ripagare il suo debito con il sud del mondo. Vogliamo un Ritorno al Futuro. E per questo invitiamo tutti a mobilitarsi in prima persona”.

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