Una presunta associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni di enti pubblici, frode in pubbliche forniture, commercio di sostanze alimentari nocive e falso è stata scoperta dai carabinieri del Nas di Firenze nell’ambito di un’operazione, denominata ”Malacarne”, coordinata dalla procura di Pistoia.
Si sarebbero aggiudicati appalti pubblici di forniture alimentari per diversi milioni di euro, assegnati in base al criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, abbattendo i costi mediante la somministrazione di alimenti non corrispondenti a quelli previsti, tra cui carne potenzialmente nociva per la salute poiché avariata e contaminata da batteri.
Secondo quanto accertato, in alcuni casi le carni fornite alle mense venivano spacchettate e poi rietichettate con date di scadenza prolungate rispetto alle originali. Se capitava che le stazioni appaltanti le rimandassero indietro perché in cattivo stato di conservazione, per esempio per la presenza di mosche o di macchie nere, venivano rilavorate e destinate ad altri clienti. La prassi dell’azienda, spiegano gli investigatori, sarebbe stata quella di acquistare in Toscana carni di cattiva qualità, per esempio perché provenienti da animali anziani, e di spacciarle per tagli pregiati o comunque provenienti da animali giovani (ad esempio carne di vitello).
Per questo i quattro responsabili di un’azienda del Pistoiese che si occupa della commercializzazione di carni sono finiti agli arresti domiciliari a seguito di ordinanza di custodia cautelare disposta dal gip di Pistoia. Ai domiciliari anche il commercialista della società. Indagate altre 19 persone, tra cui sei commercianti, alcuni veterinari della Asl e i responsabili delle stazioni appaltanti. Tra questi ultimi, anche dei militari, ai quali sarebbero contestate condotte di omesso controllo.
Nel corso delle indagini sono state accertate irregolarità nelle forniture di derrate alimentari presso le mense di 30 tra scuole e ospedali, ubicate in Lazio, Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Toscana, e 13 strutture militari dell’Esercito e dell’Aeronautica militare, due delle quali all’estero – la missione militare Joint task force Lebanon sector west in Libano e la base militare italiana di supporto a Gibuti. Sequestrata nel corso dell’inchiesta, partita nel gennaio 2016, mezza tonnellata di carne non conforme, destinata alle fasce più deboli della popolazione tra cui bambini e degenti di ospedali.
Nel corso di una conferenza stampa a Firenze, alla quale era presente anche il colonnello Erasmo Fontana, comandante dei carabinieri del gruppo tutela salute di Roma, è stato precisato che non ci dovrebbero essere danni per la salute: “Le carni sequestrate e esaminate – ha affermato – non sono risultate tossiche, sarebbero state nocive per la salute solo nel caso di consumo seriale”. Perquisizioni dei carabinieri del Nas sono ancora in corso nell’azienda al centro dell’inchiesta, la Alessio Carni di Monsummano Terme (Pistoia). Disposto anche nei confronti della società, che solo nell’anno 2016 si è aggiudicata appalti per 6 milioni di euro, un sequestro preventivo di beni per circa 320 mila euro.
Risalgono a quasi trent’anni fa le prime irregolarità nelle fornitura di alimenti accertate a carico della ditta Alessio Carni di Monsummano Terme (Pistoia), i cui responsabili sono stati arrestati oggi dai carabinieri del Nas. Nell’ordinanza che dispone gli arresti ai domiciliari, il gip di Pistoia Maria Elena Mele sottolinea ‘la costanza e sistematicità delle condotte criminose poste in essere’, ‘condotte – precisa poi – che costituiscono addirittura
l’ordinario modus operandi degli indagati già accertato in passato, si veda l’esito dei controlli cui dal 1988 sono stati sottoposti’.
Per il giudice, i quattro responsabili della ditta, Bonello Parlanti, Alessio Parlanti, Enrico Parlanti e Francesco Parlanti, e il loro commercialista Spartaco Capaccioli, anche lui finito ai domiciliari, costituivano ‘una struttura organizzata con mezzi e persone, con ripartizione di ruoli e compiti finalizzati alla sistematica commissione di una serie indeterminata di reati’.
Le indagini svolte dai carabinieri del Nas e coordinate dalla procura di Pistoia riguardano gli appalti che l’azienda, specializzata nella fornitura di carni ma anche di altri alimenti, si è aggiudicata a partire dal 2015. Tra le stazioni appaltanti di cui è stata, o risulta tutt’ora,
fornitrice, ci sono strutture ospedaliere, tra cui l’azienda ospedaliero universitaria di Careggi, mense comunali, anche di scuole e 13 enti militari, dell’Esercito e dell’Aeronautica, due con sede all’estero in Libano e a Gibuti e 11 con sede a Roma, Viterbo, Frosinone, Latina, Grosseto, Torino.
Sulla vicenda è intervenuto con una nota anche il Codacons, che annuncia la volontà di costituirsi parte civile in un eventuale processo. ‘Le autorità competenti – afferma il
presidente Carlo Rienzi – devono pubblicare i nomi delle strutture pubbliche interessate, perchè i cittadini hanno diritto ad avviare azioni risarcitorie’.