Funaro ha aderito, come altri sindaci, all’appello lanciato da Michele Serra per una manifestazione per l’Europa.
“Firenze è sempre in prima linea per alzare l’attenzione su temi che sono fondamentali” come la pace e “sopratutto per un’Europa che deve essere molto unita. Per questo abbiamo deciso insieme a tutti i sindaci di fare una manifestazione in una città unica, la manifestazione sarà a Roma dove ci faremo vedere tutti insieme, tutti uniti, con la bandiera dell’Europa, con la fascia tricolore, in maniera compatta per lanciare un segnale di unità, l’unità dei sindaci e l’unità dell’Europa. questo deve essere il messaggio e se lo facciamo tutti insieme, lo facciamo in un luogo unico, il messaggio arriva ancora di più forte insieme a tutte le cittadine e i cittadini”. Lo ha detto ieri la sindaca di Firenze Sara Funaro, rispondendo ai giornalisti sull’eventualità di una manifestazione per l’Ucraina nel capoluogo toscano come quella organizzata 3 anni fa.
La notizia di una possibile chiusura del consolato statunitense a Firenze, ipotesi riportata dal giornale Usa ‘Politico’, “mi preoccupa e io spero che possa essere smentita”.
Con gli Usa la città ha “un rapporto talmente stretto che non solo noi dobbiamo esprimere quello il nostro disappunto ma come sindaca terrò alta l’attenzione e nel caso dovesse avvenire una scelta di questo tipo noi faremo di tutto perché questo non avvenga perchè sarebbe e prima di tutto un problema per gli americani che vivono nella città ma anche nei rapporti costanti che ci sono sempre stati, sarebbe un segnale molto negativo”. Lo ha detto, rispondendo ai giornalisti, la sindaca di Firenze Sara Funaro.
“Il consolato americano a Firenze – ha ricordato – è un consolato che c’è da tantissimi anni, ha una storia importante. Firenze è una citta di relazioni con gli Stati Uniti e con l’America molto importanti. Siamo la seconda città in Italia per numero di presenze di studenti americani: su circa 40.000 18.000 sono nella nostra città. Una città che ha avuto relazioni da sempre, basta pensare ai tempo dell’alluvione” del 1966: “I primi angeli del fango furono proprio gli americani e tantissime donazioni arrivarono”.