Il primo giorno di insediamento da sovrintendente del Maggio Musicale Fiorentino, Carlo Fuortes lo festeggia con una stretta di mano a Palazzo Vecchio con Dario Nardella, presidente del Cdi della Fondazione. Nelle intenzioni dell’economista, che ha già riportato alla vita numerose istituzioni culturali del Paese, la realizzazione di un progetto moderno, popolare e interdisciplinare. Il primo problema da risolvere rimane la biglietteria e, a ruota, i finanziamenti governativi al Festival, “tema, questo, ricorrente”, ha precisato Nardella. Ma Fuortes è ottimista, “sono venuto per restare”, ha detto, “sono fiducioso che potremo fare un lavoro eccellente”.
Al Maggio musicale fiorentino “partiamo da basi solidissime, però bisogna fare un progetto che deve essere moderno, nel senso che deve parlare della contemporaneità oltre che della grande tradizione dell’opera. Deve essere un progetto popolare perché deve riguardare tutta la città, noi facciamo servizio pubblico, abbiamo finanziamenti pubblici, quindi dobbiamo assolvere a una funzione che non può essere di nicchia. E deve essere sostenibile dal punto di vista finanziario ed economico”. Così Carlo Fuortes, nuovo sovrintendente dell’istituzione sinfonico-lirica che ha sede a Firenze, incontrando la stampa con il presidente della Fondazione, Dario Nardella. Dopo aver sottolineato l’eccellenza del Maggio dal punto di vista di professionisti che vi lavorano – “partiamo da basi solidissime – Fuortes parla del come che del cosa, poiché “il primo giorno sarebbe poco serio” dire quale sarà il progetto che dovrà rilanciare il teatro. Quello che è certo è che si tratterà di un “progetto popolare, perché deve riguardare tutta la città, noi facciamo servizio pubblico, abbiamo finanziamenti pubblici, quindi dobbiamo assolvere a una funzione che non può essere di nicchia. E deve essere sostenibile dal punto di vista finanziario ed economico”.
“La bigliettazione – prosegue – è sicuramente uno dei grandissimi problemi, forse è il problema del Maggio. Le altre componenti finanziarie sono assolutamente in linea con gli altri teatri italiani e internazionali, parlo per esempio del finanziamento pubblico e delle sponsorizzazioni, invece la biglietteria è assolutamente insoddisfacente. La biglietteria riflette l’offerta che viene fatta, quindi da questo punto di vista è quello il problema. I prezzi non sono superiori agli altri in Italia e nel mondo, anzi ora sono competitivi, è un problema di offerta culturale e artistica”. Rispondendo poi a chi gli ha chiesto del futuro di Daniele Gatti, direttore principale del teatro, Fuortes ha detto di aver “avuto assoluta conferma che lui confermerà ed adempierà al contratto che scade a fino anno. Del futuro non abbiamo parlato e non è possibile farlo adesso, ma state tranquilli che lui rispetterà il contratto”.
Sull’arrivo di Carlo Fuortes al timone del Maggio si esprime anche il presidente della Regione, Eugenio Giani: “centrali saranno la voce delle entrate su cui avere attenzione e riguardo, la voce degli sponsor su cui il nome di Fuortes può giocare molto, e qualità ed eccellenza che sicuramente con lui potremo avere”. “Il rappresentante della Regione Valdo Spini sarà vicepresidente vicario – fa sapere Giani – e questo significa che anche come Regione vogliamo dire più la nostra per il rilancio del Maggio. Non dimentichiamo che l’anno scorso abbiamo messo 4 milioni di euro, in assoluto uno dei contributi più consistenti che la Regione abbia dato a un’istituzione: siamo sempre disponibili a fare la nostra parte, ma vogliamo avere anche più voce affinché si possa evitare quella scarsità di controllo che durante la gestione Pereira ha portato ad errori che abbiamo dovuto rimediare”. Il governatore toscano ha inoltre espresso la convinzione “che il teatro si debba aprire: non solo opera lirica ma anche attività e opere di assoluta qualità, penso a musical, spettacoli in cui si rinnova l’offerta culturale. Penso all’utilizzo degli spazi esterni, poco sfruttati, che sono un anfiteatro da duemila persone utile anche per gli eventi all’aperto in estate, per poter garantire anche un equilibrio economico maggiore. Perché una struttura che conta 38 milioni di costo, considerando che gli orchestrali sono a tempo indeterminato, non può avere poco più di 2 milioni di bigliettazione”.